Innesti OGM sulle piante e sulle coltivazioni. Un argomento che genera discussione anche Oltralpe, come si evince dall’ampio servizio pubblicato sull’edizione del quotidiano “Le Monde” in edicola oggi, mercoledì 18 gennaio 2023. Al suo interno, infatti, viene riportata la notizia relativa alla combinazione di una delle più avanzate tecniche di modifica del DNA con uno dei più antichi metodi di manipolazione delle piante (l’innesto), proposta il 2 gennaio sulla rivista “Nature Biotechnology” da un team del Max Planck Institute for Molecular Plant Physiology di Potsdam (Germania).



In particolare, l’esperto Friedrich Kragler e i suoi colleghi svelano di avere utilizzato “Crispr-Cas9”, uno strumento di modifica del genoma, su una pianta modello, prima di innestare su di esso uno stelo selvatico, non modificato. Risultato? Alcuni dei semi prodotti dall’innesto garantivano i cambiamenti genetici inseguiti. Lo studioso ha asserito: L’innesto è stato utilizzato per millenni e non solo nella vite, per salvarla dagli afidi fillossera, ma anche su molti alberi da frutto. Tuttavia, sebbene “Crispr-Cas9” sia già utilizzato per modificare il genoma di alcune piante utilizzando vari vettori, tra cui batteri o virus, non tutte accettano questo tipo di innesti OGM, che richiedono fasi di coltura e rigenerazione in vitro.



INNESTI OGM SU PIANTE: POLEMICA SU POSSIBILI CONSEGUENZE

Kragler, ai colleghi di “Le Monde”, ha rivelato che è già in corso una collaborazione con un’équipe sudcoreana per produrre varietà melo resistenti a determinati funghi. Per gli alberi da frutto, “il vantaggio dell’innesto OGM è che fa risparmiare molto tempo”, ha commentato Marianne Mazier. Per la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Ricerca Agricola (INRAE Avignon), che sta lavorando alla modifica dei pomodori utilizzando Crispr-Cas9, “questo lavoro innovativo può fornire soluzioni per le piante che sono recalcitranti alla lavorazione, ad esempio i peperoncini innestati sui pomodori. D’altra parte, ottenere un numero sufficiente di semi trasformati sarà probabilmente un problema per molte colture”.



Gli innesti OGM, per esempio, funzionano per il mais e il riso, mentre per il grano il discorso è un po’ più complicato. Non mancano le polemiche sul loro utilizzo: Yves Bertheau, direttore onorario di ricerca dell’INRAE presso il Muséum National d’Histoire Naturelle, non è convinto della loro applicazione e parla di “un’economia di promessa. Non sappiamo quali conseguenze possano generare queste modifiche, ha sentenziato. Kragler ha ammesso che analisi su possibili problematiche non gradite non sono state ancora realizzate, ma “sono molto rare e si tratta di un aspetto tecnico che può essere risolto semplicemente conservando le piantine provenienti da semi sani”.