INNI NAZIONALI INGHILTERRA CROAZIA: NOBILTÀ CONTRO NOVITÀ
Gli inni di Inghilterra Croazia hanno storie assai differenti e questo è un elemento che può attirare l’interesse a margine della partita che oggi pomeriggio andrà in scena nel mitico stadio di Wembley, a Londra, per la prima giornata del girone D degli Europei 2020, una grande sfida che metterà di fronte l’ambiziosa Inghilterra ai vice-campioni del Mondo della Croazia in una partita sicuramente fra le più interessanti di questo inizio di Euro 2020.
Non ha bisogno di grandi presentazioni l’inno dell’Inghilterra, o meglio del Regino Unito: stiamo parlando di God Save the Queen, che sarebbe appunto l’inno dell’intero Regno, ma in ambito sportivo è utilizzato solamente dall’Inghilterra mentre le altre “nazioni costitutive” del Regno Unito si distinguono dagli inglesi utilizzando canti locali. Come è noto, a seconda che il monarca regnante sia un uomo oppure una donna, si canta God Save the Quuen oppure God Save the King: considerando però la straordinaria lunghezza del regno della regina Elisabetta II, che è sul trono dal 1952, non sono m
olti coloro che possono dire di ricordarsi eseguita anche la versione “al maschile”. Scritto tra il 1736 e il 1740 ed entrato in uso il 28 settembre 1744, God Save the Queen è l’inno nazionale più antico al mondo, probabilmente scritto da John Bull anche se la sua paternità è ancora oggi fonte di discussioni.
INNI INGHILTERRA CROAZIA: DUE STORIE COMPLETAMENTE DIVERSE
Gli inni di Inghilterra e Croazia rispecchiano naturalmente la storia profondamente diversa di queste due nazioni le cui rappresentative calcistiche si affrontano oggi a Wembley. Se God Save the Queen ha quasi 300 anni di storia ed è noto in tutto il mondo, certamente meno noto è Lijepa naša domovino, cioè l’inno nazionale della Croazia, chiamato in genere più semplicemente Lijepa naša.
In italiano il titolo significa “la nostra bella Patria” e, per essere onesti, anche la storia di questo canto è piuttosto lunga: il testo è di Antun Mihanović e risale al 1835, musicato poi da Josip Runjanin, il problema è legato naturalmente alla storia politica della Croazia. Nel corso degli anni Lijepa naša domovino è stato prima l’inno ufficiale del Regno di Croazia-Slavonia all’interno dell’Impero Austro-Ungarico, poi dello Stato Indipendente di Croazia, fantoccio nazifascista al tempo degli Ustascia di Ante Pavelic.
Nonostante questo, fu scelto in seguito pure dalla Jugoslavia socialista come inno della Repubblica Socialista di Croazia all’interno della Federazione, infine confermato come inno nazionale della Croazia indipendente fin dal 1990, quando vi fu la secessione dalla Jugoslavia che aprì la tragica pagina delle guerre balcaniche. Dunque da solo circa 30 anni lo sentiamo suonato nei grandi eventi: in questo senso è una novità rispetto naturalmente a God Save the Queen.