Inno Mameli: origine e significato dell’Inno d’Italia

L’Inno di Italia, conosciuto anche come l’Inno di Mameli, è stato scritto dallo studente e patriota genovese Goffredo Mameli che perse la vita a soli 21 anni come combattendo in difesa della Repubblica Romana, nata dopo i moti rivoluzionari del 1848. Il significato dell’Inno di Italia è profondo ed è stato composto durante il periodo del Risorgimento da un giovanissimo Goffredo Mameli (per questo chiamato anche Inno di Mameli) con le musiche di Michele Novaro. Ad ispirare il giovane Mameli fu  “La Marsigliese”. L’Inno fu scelto durante il referendum, dopo la seconda guerra mondiale, quando il 2 giugno del 1946 l’Italia divenne una Repubblica. Da allora l’Inno di Mameli, “Fratelli d’Italia”, è il nostro inno che presenta numerosi riferimenti storici del passato. Il testo Inno di Mameli recita: “Fratelli d’Italia, L’Italia s’è desta,Dell’elmo di Scipio S’è cinta la testa”. Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano è stato il generale e uomo politico romano vincitore dei Cartaginesi e di Annibale nel 202 a. C. a Zama. La battaglia segnò la fine della seconda guerra punica con la vittoria dei Romani.



Il testo dell’Inno di Italia, prosegue poi: “Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò” – il riferimento è all’antica usanza di tagliare i capelli alle schiave per differenziarle dalle donne libere. La dea Vittoria dovrebbe porgere la chioma perché le venga tagliata in segno di sottomissione a Roma. Poi l’Inno entra nel vivo con “Stringiamci a coorte, Siam pronti alla morte, L’Italia chiamò”. La coorte era un’unità da combattimento dell’esercito romano, composta da 600 uomini e il “Stringiamci a coorte” è l’invito a scendere in campo, pronti a tutto, anche a mettere a rischio la propria vita per la libertà.



Inno di Mameli: il testo dell’Inno di Italia

Continuiamo ad Analizzare il significato dell’Inno di Italia proseguendo nella lettura del testo dell’Inno di Mameli: “Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un’unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l’ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò”. Anche in questo caso l’invito è quello a riunirsi tutti sotto un’unica bandiera che rappresenta la speranza di unità di ideali condivisi per un’Italia, quella del 1848, quando il nostro paese era ancora diviso in sette Stati: Regno delle due Sicilie, Stato Pontificio, Regno di Sardegna, Granducato di Toscana, Regno Lombardo-Veneto, Ducato di Parma, Ducato di Modena.



“Uniamoci, amiamoci, l’Unione, e l’amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore;Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per DioChi vincer ci può? Stringiamci a coorte, Siam pronti alla morte, L’Italia chiamò” – è l’incipit in cui si scorge il cuore mazziniano di Mameli che sposava il disegno politico del fondatore della “Giovine Italia”: quello di arrivare, attraverso l’unione di tutti gli Stati italiani, alla realizzazione della repubblica. Il significato dell’Inno di Italia come emerge dall’analisi del testo è molto profondo e ricco di riferimento della storia dell’Italia

Leggi il testo Inno di Italia (Inno di Mameli):

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

(Evviva l’Italia
Dal sonno s’è desta
Dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa
Dov’è la vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò).