Seattle, Boston e Vercelli. I tre hub dell’innovazione di Amazon nel mondo dettano la linea sulle nuove tecnologie. Meccatronica, robotica, intelligenza artificiale vengono sfruttate per definire il lavoro del futuro e aumentare anche le condizioni di sicurezza per gli operatori che vengono chiamati a smistare pacchi e a ordinare gli oggetti da spedire. È questo il ruolo dell’Amazon Operations Innovation Lab che ha sede nella città piemontese dove si è sviluppato negli ultimi sette anni, a partire dallo sparuto gruppo di innovatori che nel 2017 aveva cominciato ad occuparsi sistematicamente delle modalità di produzione del colosso della logistica, individuando strumenti tecnologici per rendere più facile il lavoro, facendolo diventare nel contempo più sostenibile in termini di materiali e procedure. Oggi sono centinaia le persone che fanno capo a questa struttura: non solo ingegneri e tecnici in grado di adattare e migliorare le macchine che servono per organizzare e velocizzare le spedizioni, ideando e realizzando bracci robotici, ma anche manutentori e start up che hanno preso il capannone in cui ha sede il laboratorio come punto di riferimento per sviluppare altre invenzioni.
L’impatto sulla realtà locale, a giudicare dai numeri resi noti da Nomisma, non è da sottovalutare: nei primi 3 anni dall’apertura del sito si è registrato un +6% di aumento dei ricavi e +11% di incremento occupazionale per le imprese dell’area. “Questo posto – ha detto Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon per l’Italia e la Spagna in occasione della cerimonia di inaugurazione cui ha partecipato anche il console generale statunitense a Milano Douglass Benning – rappresenta molto della nostra filosofia. L’azienda in Italia ha investito 17 miliardi di euro, dando occupazione a 18 mila persone a tempo indeterminato e servendo in modo capillare il territorio, da Trento a Palermo”. Non si tratta solo di creare, come è stato fatto finora, celle robotiche, unità meccatroniche supportate dall’intelligenza artificiale e soluzioni di imballaggio innovative e sostenibili: il centro vuole diventare, e in gran parte lo è già, una sorta di volano dell’innovazione, prove ne sia la collaborazione e l’interesse dimostrato per quanto viene fatto a Vercelli dal Politecnico di Milano e Torino ma anche da altre università italiane e straniere, come quelle di Londra e Dortmund.
“Tutto è nato nel 2017 – ha raccontato Stefano La Rovere, Direttore Internazionale Robotica di Amazon – con un’unica persona che se ne occupava stabilmente, anche se da subito l’intenzione era quella di creare un team. In questi anni quello che era un piccolo spazio ha dato vita a un team europeo e a un’organizzazione mondiale, nella quale ingegneri e scienziati dei due centri americani e di quello italiano collaborano. L’approccio resta quello di una start up, si parte da poche persone, da un’idea. Cercando di verificare quanto è possibile espanderla”. Tra i kindle usati per monitorare i robot e sistemi meccanizzati che portano i prodotti agli operatori i risultati, però, non riguardano solamente gli aspetti produttivi: gli algoritmi dell’intelligenza artificiale servono anche, per esempio, a ridurre gli imballaggi. Grazie a una particolare carta utilizzata, che non ha bisogno della colla, il peso delle spedizioni si è ridotto del 41%, con tutto quello che ne consegue nella frequenza dei viaggi di trasporto e per la riduzione delle emissioni.
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