L’Intelligenza artificiale generativa (Gen AI), che oggi conta con progettualità specificatamente realizzate il 5%, vale a dire circa 38 dei 760 milioni di euro rilevati nel 2023 dell’intero utilizzo dell’AI, avrà un ruolo chiave nei prossimi due anni nel supportare il lavoro dei professionisti in ambito software, un universo che comprende architetti, sviluppatori, designer e project manager. Contribuirà alla progettazione, sviluppo e collaudo di oltre il 25% dei software, secondo quanto affermato dall’ultimo report del Capgemini Research Institute, “Turbocharging software with generative AI: How organizations can realize the full potential of generative AI for software engineering”.
Il report, che ha raccolto le opinioni di oltre 2mila fra senior manager e professionisti del settore, fa emergere molti spunti, ma sicuramente il più importante è che tre intervistati su cinque ritiene di trasformare significativamente il proprio lavoro automatizzando le operazioni più ripetitive e con strumenti e soluzioni di Gen AI e quindi potrà concentrarsi su attività a maggiore valore aggiunto. Inoltre, la stragrande maggioranza dei professionisti del settore crede che questa tecnologia possa migliorare la collaborazione all’interno dei team aziendali, c’è quindi molta fiducia e attenzione nei confronti di questa nuova frontiera tecnologica.
Ma cos’è la AI generativa? Si tratta di un tipo di intelligenza artificiale che utilizza algoritmi di machine learning (ossia apprendimento automatico) per generare nuovi contenuti che in precedenza si basavano sulla sola creatività dell’uomo. L’AI generativa può creare un codice informatico di supporto agli sviluppatori, ma anche testi, audio, immagini, video, e può anche combinare tra loro questi elementi. Sebbene la sua implementazione sia ancora nelle fasi iniziali e 9 aziende su 10 devono ancora usare la Gen AI su larga scala, il report ha evidenziato che la sua adozione nell’ingegneria del software sta già ottenendo numerosi benefici.
Il primo vantaggio riscontrato è la promozione dell’innovazione (61% delle organizzazioni intervistate), seguita dal miglioramento della qualità del software (49%). Le organizzazioni hanno anche registrato un incremento della produttività delle loro attività di ingegneria del software, compresa in media tra il 7% e il 18%, con risparmi di tempo per alcune attività specialistiche che arrivano fino al 35%.
Nei vantaggi evidenziati dal report, la metà delle organizzazioni intervistate hanno rivelato che c’è lo stimolo di sfruttare il tempo aggiuntivo recuperato grazie all’AI generativa per attività innovative dei software (50%) e l’upskilling (47%), mentre solo il 4% delle organizzazioni intervistate crede possa essere una strada per la riduzione del personale. Stanno inoltre emergendo nuovi ruoli professionali, come lo sviluppatore di AI generativa, il prompt writer e l’architetto di AI generativa. La maggiore collaborazione tra i team tecnici e quelli di business è un altro aspetto chiave. La Gen AI rende più efficace la collaborazione tra gli ingegneri del software e gli altri team aziendali, il 78% dei professionisti del settore è ottimista riguardo al potenziale miglioramento della comunicazione e la spiegazione del funzionamento del codice in linguaggio naturale.
Un ulteriore beneficio dell’AI generativa è il supporto al personale dedicato al software e il miglioramento della soddisfazione dei dipendenti. Secondo lo studio, gli strumenti di AI generativa sono utilizzati dal 46% degli ingegneri software come supporto alle loro attività. Quasi tre quarti concordano sul fatto che il potenziale dell’AI generativa si estenda oltre la scrittura del codice, trovando applicazione anche in altre fasi del ciclo di vita dello sviluppo del software, come la modernizzazione del codice e la progettazione dell’esperienza utente (UX). Sia i professionisti senior che quelli junior riportano un elevato livello di soddisfazione nell’utilizzo dell’AI generativa, rispettivamente il 69% e il 55%. A loro avviso, questa tecnologia rappresenta un importante stimolo e incentivo e il 74% dei dirigenti ritiene che i vantaggi dell’AI generativa supereranno le preoccupazioni a essa associate.
La via ormai è stata presa, rimangono due importanti questioni aperte: la governance e la supervisione dell’utilizzo della Gen AI che comprende la qualità dei dati da fornire alla LLM (Large Language Model), anche per evitare le violazioni di proprietà intellettuale: emerge infatti che il 63% dei professionisti in ambito software dichiara di utilizzare strumenti di AI non autorizzati come supporto alle proprie attività.
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