Niente indennità di malattia quest’anno per i dipendenti che vanno in quarantena Covid dopo essere entrati in contatto con una persona positiva al coronavirus. Lo ricorda l’Inps in una nota in cui spiega che il motivo è legato al fatto che «per il 2021 il legislatore non ha stanziato nuove risorse». Questo vuol dire che l’indennità non potrà essere erogata per quest’anno. Di fatto, si crea così un vuoto di tutela per alcune categorie di lavoratori. Introdotta dal decreto legge del 17 marzo 2020, prevede l’equiparazione alla malattia dell’assenza dovuta a quarantena per contatto con positivo al Covid. Ne hanno diritto tutti i lavoratori del settore privato, non è prevista però per quelli iscritti alla Gestione Separata dell’Inps.



Non si applica se si è assenti per malattia da Covid, visto che in quel caso si parla di malattia ordinaria a tutti gli effetti, o a chi continua a lavorare in smart working. In virtù di tutto ciò, a rischiare di non ricevere l’indennità sono quei lavoratori che non possono svolgere l’attività da remoto se finiscono in quarantena.



INPS, INDENNITÀ QUARANTENA: COSA CAMBIA NEL 2021

A rischio ad esempio operai, magazzinieri, commessi e cassieri. Nel peggiore dei casi, potrebbero essere costretti a restare a casa senza retribuzione. Ma per Antonello Orlando, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, è una ipotesi remota, visto che l’azienda rischierebbe un contenzioso. Discorso simile se dovesse mettere il dipendenze in ferie forzate. «È più probabile che l’impresa si faccia carico della malattia del lavoratore o utilizzi permessi retribuiti o non retribuiti», ha dichiarato al Corriere della Sera. Non si esclude che il governo vari un nuovo decreto a tutela di questi lavoratori per rifinanziare la misura.



Ma c’è un altro problema: l’Inps riconoscerà le tutele relative al 2020 «nei limiti di spesa». Quindi, se si esauriscono i 663,1 milioni di euro che sono stati stanziati per l’indennità, ci si fermerà. Per quanto concerne, invece, i lavoratori “fragili”, l’Inps fa sapere che erogherà l’indennizzo per tutto il 2020 e per gli eventi fino al 30 giugno 2021, sebbene il decreto legge del 23 luglio ha differito al 31 ottobre il diritto di svolgere l’attività in smart working.