L’INPS ha fatto sapere tramite il messaggio 2819 del 14 luglio scorso che è stata normata una nuova procedura di iscrizione e variazione dell’azienda per l’assunzione di parenti e familiari.
In pratica il datore di lavoro dovrà indicare se tra i lavoratori assunti sono presenti i parenti e che tipologia di lavoro subordinato abbiano oppure se la prestazione è svolta titolo gratuito.
Inps: cos’è la nuova dichiarazione di parentela
Da oggi qualsiasi titolare o capo d’azienda che assume i propri familiari ha tenuto a dichiararlo attraverso una procedura implementata all’interno dell’iscrizione e variazione azienda.
Lo ha comunicato l’INPS in una nota, tenendo anche a indicare la tipologia di parentela e la tipologia di lavoro, se subordinato, oppure a titolo gratuito.
Si tratta di una procedura che solitamente il datore di lavoro segue per poter richiedere o aprire una nuova posizione contributiva così da adempiere a tutti gli obblighi relativi al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali nei confronti dei propri lavoratori.
Quando però il datore di lavoro assume tra il personale parenti entro il terzo grado oppure affini entro il secondo grado, è tenuto a comunicarlo anche nel caso costoro Non percepiscano alcuna forma di retribuzione.
Da oggi in poi dunque sarà disponibile un modulo per l’assunzione di parenti e per la comunicazione di parentela. Il datore di lavoro sarà tenuto dunque a inserire il codice fiscale del lavoratore e specificare la tipologia di rapporto.
Inps: quali aziende devono presentare la domanda
Nella domanda di iscrizione la dichiarazione è richiesta per tutte le forme giuridiche:
- sia nel caso dello studio associato,
- sia nel caso della società semplice o il nome collettivo,
- società in accomandita semplice,
- società di fatto,
- proprietario di fabbricato,
- persona fisica,
- impresa individuale,
- impresa familiare,
- azienda agricola.
Spesso, soprattutto nelle aziende a conduzione familiare vengono inseriti nel personale persone della famiglia oppure affini punto in questo caso accade spesso che costoro svolgano a titolo gratuito il lavoro proprio in virtù degli interessi comuni. Ma bisogna verificare la sussistenza dei requisiti che qualifichino il lavoro subordinato.
In particolare bisognerà valutare alcuni elementi che qualificano il rapporto subordinato come l’onerosità della prestazione, la presenza costante sul luogo di lavoro previsto dal contratto, il rispetto di un orario che coincide con quello dell’attività economica, il rigido ricorso da parte del titolare alla prestazione lavorativa del familiare, la retribuzione credenze fisse.