L’inquinamento atmosferico ha avuto un ruolo nella diffusione del coronavirus? Ci sono studi che collegano negativamente inquinamento dell’aria e Covid-19, quindi sostengono che possa aver dato un contributo in questo senso. Li hanno esposti Francesca Dominici dell’Harvard University e Gianluigi De Gennaro dell’Università di Bari durante il seminario online “Inquinamento dell’aria e Covid-19” organizzato da Ecologia Politica di Pisa per riflettere su questo aspetto in vista della “Fase 2”. Il professor De Gennaro, co-autore di un position paper curato da Società italiana di Medicina Ambientale (SIMA) con le Università di Bari e Bologna, ha spiegato che dallo studio è emersa una correlazione tra province con superamenti dei limiti di legge per il pm10/pm2.5 e il contagio del Covid-19. Quindi il particolato atmosferico in questione avrebbe avuto il ruolo di vettore della diffusione del virus Covid-19. Il punto di partenza dello studio è stato la rapida e anomala diffusione di Sars-CoV-2 in determinati territori, tra cui la Lombardia, che ha il più alto numero di contagi, seguita da Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.



INQUINAMENTO ARIA E COVID-19 “VETTORE DI DIFFUSIONE DEL VIRUS”

Dallo studio del professor De Gennaro è emerso che i contagi di coronavirus hanno interessato soprattutto la Pianura Padana in un contesto peculiare. È infatti caratterizzato dal superamento delle soglie pm10, ma anche da stabilità atmosferica molto accentuata, scarso “ricambio di aria” e livelli di umidità molto alti. Questa combinazione di fattori potrebbe aver drammaticamente avuto un ruolo determinante per i record di contagio e mortalità che si registra nella Pianura Padana. Si tratta del cuore produttivo dell’Italia, oltre che la zona con l’aria più inquinata di tutta Europa. La professoressa Francesca Dominici, docente presso l’Università di Harvard, evidenzia invece una stretta relazione tra esposizione all’inquinamento (pm2.5) e tasso di mortalità del coronavirus. Dallo studio americano emerge che la percentuale di popolazione afroamericana e il numero di letti d’ospedale interagiscono fortemente col tasso di mortalità in una contea. Secondo la docente il coronavirus aggrava le disuguaglianze in un Paese che non dispone di un sistema di sanità pubblico.



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