Un’ondata di caldo tardivo ha colpito la Francia: da mercoledì 6 settembre si è verificato un episodio di inquinamento da ozono nell’Ile-de-France. Questo ozono cosiddetto “troposferico” o “a bassa quota” è differente dall’ozono stratosferico (lo strato di ozono) che ci protegge dai raggi ultravioletti: è invece considerato “l’inquinante dell’estate”. Questo strato si forma a seguito di reazioni chimiche complesse, in particolare tra gli ossidi di azoto e i composti organici volatili sotto l’effetto combinato del calore e della radiazione solare, spiega Le Monde.



Si tratta di uno degli effetti percepibili del riscaldamento globale: l’inquinamento da ozono non è più un fenomeno limitato alle città del Sud o al periodo estivo. I picchi dell’ozono si sono sempre verificati da aprile o maggio e ora si estendono fino a settembre. A differenza di altri inquinanti, con concentrazioni medie in diminuzione dall’inizio del secolo, quelle dell’ozono sono stagnanti e sono addirittura in aumento dal 2016. Nella zona Ile-de-France sono aumentate del 25 % nell’ultima decade. La tendenza è destinata a peggiorare su scala globale con l’aumento delle temperature e il moltiplicarsi degli episodi di ondate di caldo.



Inquinamento legato al caldo estremo: cosa dicono gli esperti

L’ozono è una delle sostanze inquinanti che minaccia tutti gli organismi viventi sotto l’effetto di ondate di calore sempre più intense e frequenti. L’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), in un rapporto pubblicato mercoledì, ha spiegato che il problema non è soltanto l’aumento delle temperature: pericolosi anche gli effetti dell’inquinamento che ne deriva. Lorenzo Labrador, responsabile scientifico presso OMM, spiega che il deterioramento della qualità dell’aria associato al riscaldamento globale è spesso “trascurato” dalle autorità pubbliche. “Le ondate di caldo deteriorano la qualità dell’aria, con ripercussioni sulla salute umana, sugli ecosistemi, sull’agricoltura e persino sulla nostra vita quotidiana”, commenta il segretario generale dell’OMM Petteri Taalas.



L’agenzia Onu sta osservando altri fenomeni di inquinamento legati al caldo estremo. “Le ondate di caldo e gli incendi sono strettamente collegati. Il fumo degli incendi contiene una pozione diabolica di elementi chimici che non solo influisce sulla qualità dell’aria e sulla salute, ma danneggia anche piante, ecosistemi e raccolti e porta a più emissioni di carbonio e quindi più gas serra nell’atmosfera”, spiega Lorenzo Labrador, responsabile scientifico della rete di monitoraggio dell’atmosfera all’interno dell’OMM e autore principale del rapporto. L’ozono è dannoso per la salute e inoltre riduce anche la quantità e la qualità della resa agricola.