La Francia è stata condannata a risarcire due famiglie per l’inquinamento atmosferico. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo di Parigi, secondo cui le bronchioliti e otiti che hanno colpito due bambini sono in parte colpa dello Stato francese. Stando a quanto riportato da Le Monde, lo Stato francese deve pagare 3mila e 2mila euro ai genitori di due bambini che hanno sofferto di ripetuti attacchi di bronchioli e infezioni alle orecchie durante i primi anni di vita. Il giudice amministrativo ha stabilito che «parte dei sintomi» di cui soffrivano erano dovuto al «mancato rispetto delle norme sanitarie» da parte dello Stato, con il superamento delle soglie di inquinamento. «È la prima volta in Francia che i tribunali riconoscono un danno legato alla mancata garanzia di salubrità dell’aria da parte dello Stato e ne chiedono il risarcimento», hanno dichiarato Hermine Baron e François Lafforgue, legali delle famiglie, rimaste anonime.



Finora la Francia era stato ritenuta responsabile in casi analoghi, in particolare nella valle altamente inquinata dell’Arve (Alta Savoia), ma non era mai stato stabilito il nesso di causalità tra la colpa dello Stato e le malattie dei ricorrenti. Non c’è comunque il rischio che queste sentenze facciano esplodere contenziosi da parte delle famiglie, i cui figli soffrono di malattie respiratorie, perché per ottenere il risarcimento devono essere soddisfatte almeno due condizioni: va documentato dal punto di vista medico il legame tra la malattia e l’inquinamento atmosferico (e nei due casi ci sono perizie a provarlo) e i medici devono aver insistito per l’allontanamento dei bambini dagli ambienti nocivi. Contattato da Le Monde, il Ministero francese per la Transizione ecologica non ha detto se darà seguito a questa sentenza, che sottolinea essere «basata sugli anni 2015-2020». La stessa fonte afferma che «per essere efficaci, le misure per la qualità dell’aria richiedono cambiamenti strutturali che possono influenzare la vita quotidiana dei francesi e devono essere concertate e adattate».



DUE STUDI SU IMPATTO INQUINAMENTO SU MALATI COVID

Intanto giungono i risultati di due studi, entrambi pubblicati sull’European Respiratory Journal (ERJ), secondo cui i malati di Covid esposti all’inquinamento atmosferico hanno trascorso in media quattro giorni più in ospedale, quindi hanno sperimentato la malattia come se avessero dieci anni in più. Lo studio belga ha anche dimostrato che i livelli di inquinamento atmosferico misurati nel sangue dei pazienti erano collegati a un aumento del 36% del rischio di dover ricorrere a cure intensive. Uno studio separato condotto in Danimarca ha dimostrato che l’esposizione all’inquinamento atmosferico era legata a un aumento del 23% del rischio di morte per Covid-19. In entrambi gli studi, il livello di inquinamento atmosferico era inferiore agli standard legali dell’UE.



La nuova ricerca dimostra che la riduzione dell’inquinamento atmosferico è una misura cruciale per ridurre le malattie e i decessi durante le future epidemie di malattie respiratorie, compresa la stagione influenzale annuale. La ricerca ha dimostrato che un’aria più pulita ha portato benefici per la salute quasi pari ad alcuni dei trattamenti medici somministrati ai pazienti della Covid-19. «Questi risultati mostrano come l’inquinamento atmosferico possa compromettere il nostro sistema immunitario e lasciarci vulnerabili. La riduzione dell’inquinamento atmosferico dovrebbe essere al centro delle misure preventive per le pandemie attuali e future, oltre che una strategia per affrontare le pandemie di influenza stagionale», ha dichiarato, come riportato dal Guardian, la dottoressa Zorana Jovanovic Andersen, dell’Università di Copenaghen, Danimarca, e autrice senior dello studio danese.