I fattori ambientali, a partire dall’inquinamento, hanno un impatto sulla salute riproduttiva delle persone e in particolare sull’infertilità. Gli scienziati si stanno concentrando sul comprendere il meccanismo che porta l’inquinamento atmosferico, gli inquinanti organici e le sostanze chimiche ad alterare il sistema endocrino e domandano una maggiore attenzione su questo tema.



Un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che a livello globale una persona su sei si troverà ad affrontare problemi di concepimento di un bambino in un determinato momento della propria vita. La Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) stima che nella sola nell’Unione Europea siano 25 milioni le persone affette da infertilità. “Nell’UE, mentre abbiamo fatto molti sforzi per regolamentare meglio le sostanze chimiche, sappiamo molto poco della tossicità della maggior parte delle sostanze chimiche ampiamente presenti nei prodotti di consumo – dichiara Pauliina Damdimopoulou, ricercatrice sull’impatto delle sostanze chimiche sulla fertilità delle donne, in occasione di un seminario organizzato da ESHRE la scorsa settimana – Possiamo osservare molteplici associazioni con gli effetti avversi in studi che variano dalla funzione ovarica alla biologia dell’endometrio, alla fertilità e agli esiti riproduttivi“. Per questo motivo lo studio della correlazione tra inquinamento e infertilità è più urgente che mai.



Inquinamento ambientale e infertilità: “alterazioni nel sistema endocrino”

Come puntualizza il portale Euractiv, l’infertilità sia femminile sia maschile è spesso correlata a una serie di fattori, tra cui l’aumento dell’età del concepimento, disturbi degli organi genitali o endocrini, anomalie nella funzione e nella qualità dello sperma. Poi ci sono fattori esterni quali il fumo, il consumo di droghe e l’assunzione eccessiva di alcol. E infine emerge con prepotenza il ruolo dell’inquinamento atmosferico, in particolare quello urbano.

Miguel Ángel Checa, specialista in medicina riproduttiva, ha condotto studi che dimostrano come l’esposizione al biossido di zolfo (SO2) riduca la sintesi del DNA degli spermatozoi, un fatto che può portare a infertilità e aborto spontaneo. Ci sono poi sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC), solitamente presenti in alcuni prodotti come contenitori per alimenti, prodotti per la cura personale, pesticidi e mobili. Maria Isabel Acien, primario di ginecologia dell’Ospedale Universitario San Juan di Alicante in Spagna, nel corso del seminario ESHRE ha denunciato che “i disturbi negli uomini giovani e adulti, come il basso numero di spermatozoi e il cancro ai testicoli, possono anche derivare da un cattivo sviluppo del testicolo fetale e quindi sono stati collegati agli interferenti endocrini in utero“.