La regione Lombardia non chiederà lo stato di calamità naturale per quanto riguarda l’inquinamento. Lo ha spiegato nelle scorse ore il presidente Attilio Fontana, così come si legge su Lombardianotizie.online: “Una proposta che non ha senso – ha spiegato il governatore – i dati dimostrano che il trend è in netto miglioramento in tutti i territori della nostra regione”. Sulla questione si è espresso anche l’assessore all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione, che ha aggiunto: “la Lombardia ha fatto investimenti senza precedenti sul tema della qualità dell’aria. 19 miliardi di euro in cinque anni per infrastrutture, innovazione e agricoltura. Per i prossimi anni sono previsti altri finanziamenti che abbatteranno ulteriormente le emissioni. La media annuale di PM10 negli ultimi anni non ha mai superato in nessuna stazione i limiti normativi e nel 2023 anche la media annuale di PM2.5 è rimasta per la prima volta entro i limiti in tutta la Lombardia”.



I dati in merito al PM10 sono migliorati nettamente negli ultimi 20 anni (2003-2023), così come evidenziato sempre dallo stesso Maione. Ad esempio a Milano si è passati da 163 giorni di superamento a 49, a Monza da 145 (dato 2006) a 40, a Como da 102 a 15, a Bergamo da 112 a 21, e così per tutte le altre province della regione Lombardia.



INQUINAMENTO LOMBARDIA: NO A STATO DI CALAMITÀ NATURALE: IL COMMENTO DI MAIONE

“Non esistono elementi normativi – ha continuato Maione – per chiedere lo stato di emergenza. Strumentalizzare la questione ambientale per fini politici contro la Regione Lombardia significa screditare un sistema di imprese, enti locali, agricoltori, operatori turistici che ha investito sulla sostenibilità ambientale ottenendo risultati che sono dimostrati dai dati”.

L’assessore ha concluso ricordando come nel periodo invernale siano frequenti le condizioni atmosferiche che trasformano la Pianura Padana in una specie di recipiente chiuso in cui gli inquinanti vengono schiacciati verso il suolo. “Ovviamente – ha chiosato – vogliamo continuare a investire sulla riduzione della circolazione dei veicoli più inquinanti, su misure di efficientamento energetico, sul corretto utilizzo domestico della biomassa legnosa e sul miglioramento della gestione dei reflui zootecnici”.