Negli anni passati gli scienziati ritenevano che la maggior parte della plastica arrivasse negli oceani trasportata da una decina di fiumi. Ora si è scoperto che la situazione è peggiorata al punto tale che sono molti di più. Non si complica solo la situazione, ma anche la strategia per arrestare il flusso dei rifiuti di plastica trasportati fino agli oceani. Ma facciamo un passo indietro fino al 2017, anno in cui due diversi gruppi di scienziati arrivarono alla conclusione che il 90% dei rifiuti di plastica provenienti dai fiumi che finiscono negli oceani fosse trasportato da un piccolo gruppo di grandi fiumi continentali, tra cui i tre fiumi più lunghi del mondo: Nilo, Rio delle Amazzoni e Fiume Azzurro. Uno studio ne contava dieci, l’altro il doppio.
Ma uno studio pubblicato nel 2021 su Science Advances ha cambiato le carte in tavola, perché gli scienziati hanno scoperto che l’80% dei rifiuti di plastica viene trasportato da ben 1.000 fiumi. Inoltre, hanno rilevato che la maggior parte dei rifiuti è trasportata da piccoli corsi d’acqua che attraversano aree urbane densamente popolate, quindi non necessariamente dai fiumi più grandi. Infatti, il Fiume Azzurro che attraversa la Cina, considerato in passato il più inquinato dai rifiuti di plastica, è stato soppiantato dal fiume Pàsig nelle Filippine, che è lungo poco più di 25 chilometri, contro i 6.300 del Fiume Azzurro. Lo studio, come evidenziato da National Geographic, evidenzia che la soluzione per proteggere gli oceani e i fiumi è contenere i rifiuti di plastica là dove vengono prodotti, quindi sulla terraferma.
“ANCHE PICCOLI FIUMI RIVERSANO GRANDI QUANTITÀ DI RIFIUTI”
Lo studio del 2017 che riportava la lista dei 10 fiumi è stato criticato duramente da Gary Bencheghib, a capo di Sungai Watch, una campagna che si occupa della pulitura di 45 fiumi a Bali. Per lui non aveva senso: “Mi ha sorpreso molto quando è stato pubblicato. Non corrispondeva a quello che osservavamo sul campo in Indonesia nei fiumi più piccoli. Viviamo in una regione vulcanica dei tropici dove c’è un fiume ogni 500 metri e tutti sono pieni di plastica“. Una importante differenza rispetto allo studio del 2017 è che i fiumi non vengono considerati più dei semplici “nastri trasportatori di plastica”. Lo ha spiegato Lourens J.J. Meijer, principale autore del nuovo studio: “La plastica che finisce in un fiume a centinaia di chilometri dalla foce non è detto che arrivi nell’oceano“.
Più lungo è il tratto di fiume da percorrere, minore è la probabilità che i rifiuti raggiungano effettivamente il mare. A sorprendere gli scienziati è la portata di rifiuti di plastica dei piccoli fiumi sulle isole tropicali come Filippine, Indonesia e Repubblica Dominicana. Lo stesso vale per quelli che scorrono in Malesia e America centrale, che sono piuttosto piccoli ma riversano enormi quantità di rifiuti. “Non sono sempre i soliti sospetti come il Gange o il Fiume Azzurro“, ha aggiunto Meijer.
ANCHE CLIMA INFLUENZA MODO IN CUI PLASTICA ARRIVA NEGLI OCEANI
Un’altra scoperta riguarda l’influenza del clima sul modo in cui la plastica fluisce negli oceani. Infatti, nelle regioni tropicali la riversano in modo continuo, mentre i fiumi che scorrono nelle zone temperate scaricano una quantità maggiore di plastica in un solo mese, in genere agosto durante la stagione delle piogge o durante un particolare evento, come un’inondazione improvvisa. Ma c’è un aspetto rilevato negli studi del 2017 che resta valido: la maggior parte dei fiumi che trasportano plastica nel mare si trovano in Asia. Infatti, 44 dei primi 50 fiumi della nuova lista sono asiatici: una conseguenza, affermano gli autori, della densità di popolazione. “Pensando ai prossimi decenni mi preoccupa l’Africa. La popolazione sta aumentando, è molto giovane, l’economia sta migliorando e quindi le persone acquisteranno di più“, ha dichiarato Laurent Lebreton, coautore dello studio. La ricerca del 2021 è stata finanziata dalla ong The Ocean Cleanup, fondata da Bouan Slat, imprenditore olandese che ha sviluppato un macchinario “mangia spazzatura“, chiamato Interceptor, per recuperare i rifiuti dal mare.