“L’inquinamento è una colpa ed un problema di tutti”
Il professor Chris Whitty, il Chief Medical Officer inglese (che potrebbe essere visto come il capo della sanità pubblica), ha pubblicato il suo rapporto sull’inquinamento annuale, sostenendo che seppur il quadro generale stia migliorando, siano opportuni nuovi sforzi, più intensi dei precedenti. “Tutti sono colpevoli dell’inquinamento atmosferico”, si legge nel rapporto, “ed è un problema di tutti. L’inquinamento atmosferico è migliorato e continuerà a migliorare a condizione che siamo attivi nell’affrontarlo, ma possiamo e dobbiamo andare oltre, è tecnicamente possibile farlo”.
Nel suo rapporto sull’inquinamento, inoltre, il professore cerca anche di dare dei consigli o delle indicazioni per migliorare la situazione. Spiega che rispetto agli anni ’80 si può sicuramente apprezzare un miglioramento significativo dei livelli di inquinanti nell’aria, che tuttavia rappresentano ancora un concreto pericolo per la salute pubblica. A preoccupare, ora, però, oltre all’inquinamento esterno, dev’essere anche la sempre più significativa, secondo il CMO, questione degli inquinanti prodotti negli ambienti chiusi, nei quali ormai “trascorriamo l’80% della giornata media”. In generale, ci sarebbe una scarsa conoscenza sull’argomento, con la diffusa sensazione che nel privato delle proprie abitazioni o degli uffici, non si inquini in modo rilevante.
Chris Whitty: “Serve una maggiore consapevolezza sull’inquinamento”
L’inquinamento, insomma, sarebbe un problema comune, da combattere con sforzi condivisi che tengano conto anche di quelle che sembrano piccolezza. Spiega, per esempio, che il riscaldamento è una delle prime fonti di inquinanti e che tendenzialmente da questo punto di vista, è meglio il gas dei caminetti e delle vecchie stufe a legna. A diventare importanti saranno le “piccole modifiche” alle abitudini dei privati, che tuttavia devono essere supportate e spiegate dal governo e dalle istituzioni.
Sarebbe, parlando ancora degli inquinanti prodotti negli interni, importate supportare un diffuso piano per migliorare la ventilazione degli ambienti mentre si tengono anche sotto controllo le dispersioni di calore. “Molte delle cose che le persone fanno”, spiega, “inquinano, ma semplicemente non ne sono consapevoli o non sono consapevoli della differenza che farebbero se prendessero una decisione diversa”. È importante, dunque, “chiarire davvero alle persone gli svantaggi” di non agire contro l’inquinamento, sostenendo che “gran parte delle persone dovrebbero avere il coraggio” di notificare agli altri quando commettono un errore, citando ad esempio la diffusa abitudine a sostare con le auto accese, spesso in prossimità di scuole e parchi pubblici.