Proteste nelle città di tutto il Canada, con gruppi opposti che si sono scontrati in merito ai temi gender. Al centro delle manifestazioni, infatti, c’è l’argomento di come le scuole affrontino le questioni relative all’identità di genere. A Ottawa, Halifax, Vancouver e a Victoria sono avvenuti una serie di arresti: la polizia ha consigliato alla popolazione di tenersi lontana dalla sede del Parlamento in quanto le proteste erano diventate “pericolose”. I primi a scendere in piazza sono stati i gruppi di genitori e movimenti conservatori contrari alle politiche educative Lgbtq inclusive. Come riporta Il Foglio, a New Brunswick e nel Saskatchewan, le scuole hanno scelto di richiedere ai giovani il consenso dei genitori prima che gli insegnanti possano usare i loro “nomi e pronomi preferiti”, contrariamente a quanto stabilito dal governo.



Al centro delle proteste vi è la cosiddetta “Policy 713”: questa prevede l’uso del nome preferito da un ragazzo o ragazza se non è possibile ottenere il consenso richiesto dai genitori. Inoltre, stabilisce che gli studenti possano far parte delle squadre sportive e usare i bagni coerentemente con la loro identità di genere. Insieme alle proteste, in tutto il Canada hanno preso piede anche le contro-manifestazioni, alle quali il primo ministro Justin Trudeau ha espresso il suo sostegno.



Insegnamenti gender: esplodono le proteste in Canada

“Condanniamo fermamente questo odio e le sue manifestazioni”, ha scritto il premier canadese Trudeau da New York, dove si trovava per parlare al Climate Ambition Summit delle Nazioni Unite. John Rustad, leader del Partito conservatore della Columbia Britannica, sostiene invece le manifestazioni contro gli insegnamenti gender nelle scuole, affermando che, se eletto, vi porrà fine. Il premier del New Brunswick, Blaine Higgs, ha sottolineato che i genitori devono essere informati se i loro figli mettono in dubbio la loro identità di genere.



Tante le manifestazioni organizzate anche dalle minoranze etniche, dai musulmani agli hindù. Un organizzatore della protesta, Mahmoud Mourra, ha detto a Newsweek: “Dovremmo lasciare i nostri figli, e i loro figli (i contromanifestanti), da soli finché non saranno adulti e abbastanza maturi da determinare cosa vogliono da questa vita? Non posso imporre la mia ideologia islamica a qualcuno. Non voglio che essi imprimano la loro ideologia nella vita di mio figlio”. Intanto i sovrintendenti del consiglio scolastico di Ottawa hanno inviato un’email a tutto il personale spiegando che nel successivo anno scolastico avrebbero dovuto iniziare ad usare i pronomi “they- them” per tutti gli studenti.