Lo scorso 2 marzo un’insegnante napoletana di anni 62 è morta dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca (che da ieri è iniettabile anche agli over 65). Come riferisce Fanpage, la docente aveva iniziato a sentirsi male il sabato precedente, il 27 febbraio, circa due ore dopo la somministrazione del siero: aveva accusato dolori addominali, nausea e problemi respiratori.



Per fare chiarezza la procura di Napoli ha deciso di avviare un’inchiesta, e al momento l’ipotesi di reato è quella di colpa medica, ma bisognerà attendere l’esito dell’autopsia (depositato entro 60 giorni da sabato scorso) per cercare di capire la reale causa del decesso e se ci siano stati degli eventuali errori nel protocollo nonché qualche possibile correlazione col vaccino ricevuto. Due i medici al momento sul registro degli indagati, gli ultimi due con cui la docente deceduta ha avuto contatti, leggasi il medico di base, avvisato il pomeriggio di sabato (aveva prescritto alla vittima una flebo e un antispastico), e il cardiologo che ha visitato la donna il 2 marzo, poche ore prima del decesso.



INSEGNANTE MORTA DOPO VACCINO COVID: “SI DOVRANNO INDIVIDUARE LE CAUSE DELLA MORTE”

La procura ha nominato 4 consulenti, e altri quattro sono stati indicati dalla famiglia, al momento difesa dall’avvocato Marcello Severino: “L’incarico peritale – le parole del legale a Fanpage – è un quesito molto ampio, riguarda dal momento dell’inoculazione del vaccino a quello del decesso. Si dovranno individuare le cause della morte e capire se ci sono delle responsabilità, se sono stati adottati tutti i protocolli previsti come, in questo caso, se siano stati attesi i tempi indicati per verificare eventuali reazioni avverse”. Franco Faella, infettivologo, ha aggiunto: “Prima del riscontro autoptico non possiamo dire nulla. Si rischierebbe soltanto di allarmare chi deve sottoporsi alla vaccinazione. È un caso che va sicuramente studiato in modo rigoroso, si deve capire se la morte è dovuta ad altro o se esiste un nesso, che potrebbe essere anche in una intolleranza specifica della professoressa. È l’unico modo per dissipare i dubbi ed evitare che passi l’idea che vaccinarsi sia pericoloso a prescindere”.

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