Un insegnante in provincia di Cosenza è stato picchiato da uno studente di 16 anni poiché gli aveva dato un voto basso che non pensava di meritare. Le botte, come ricostruito dalla Gazzetta del Sud, sono arrivate al termine delle lezioni, quanto entrambi erano ormai fuori dall’istituto. La vittima è stata colta alle spalle, con calci e pugni, che gli hanno provocato diverse ferite, anche al volto. A soccorrere il malcapitato docente è stato il personale della scuola, accorso dopo l’allarme lanciato da altri presenti. Sono stati chiamati anche i Carabinieri e un’ambulanza.
La dirigente scolastica ha attivato l’iter del caso, assicurando che verranno presi provvedimenti sebbene le violenze non siano avvenute all’interno delle mura scolastiche. “L’istituto non si esimerà come ha già fatto nell’immediatezza del caso, ad avviare tutte le procedure previste dalla legge in casi di aggressione ai docenti”, ha dichiarato. Una denuncia alle autorità competenti da parte della vittima, tuttavia, pare non sia stata ancora presentata.
Professore picchiato a Cosenza: parla il garante per l’infanzia
A esprimersi sul caso del professore picchiato da uno studente in provincia di Cosenza è stato anche Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, che ha denunciato il fenomeno degli adolescenti che giocano a fare gli adulti, anche per la mancanza di educazione da parte dei genitori. A farne le spese spesso sono proprio le istituzioni scolastiche. “La scuola di oggi non è aperta alla società, ma esposta, che è cosa ben diversa”, ha affermato.
Da qui l’appello a intervenire: “A riportare a scuola il rispetto devono essere gli stessi operatori scolastici ad ogni livello, facendocela percepire come luogo di formazione e non azienda-teatro da sbandierare sui social per finalità di marketing. Il sacrosanto rispetto che i nostri genitori avevano per i docenti era dovuto all’esercizio della loro autorevolezza e non per accattivante simpatia. Oggi, i genitori danno il peggio di loro nei rapporti con la scuola e, ferme restando le responsabilità che non godono di alcuna giustificazione, è tempo che la scuola si rialzi”.