Una insegnante in Corea del Sud si è suicidata poiché era vittima di bullismo da parte dei genitori dei suoi alunni. Il suo corpo è stato ritrovato nella classe in cui lavorava da alcune sue colleghe. Era da appena un anno che era in servizio La storia della ventitreenne Lee Min-so, come riportato dalla Bbc, ha acceso i riflettori su un fenomeno comune che causa numerosi problemi nelle scuole, tanto che 10.000 persone sono scese in piazza a Seul per denunciare.



Le motivazioni dell’estremo gesto sono state raccontate dalla stessa vittima in un diario. “Il mio petto è troppo stretto. Mi sento come se stessi per cadere da qualche parte. Non so nemmeno dove sono”, così descriveva la sensazione che provava quando entrava in classe. “Voglio lasciarmi andare”, scriveva ancora. Col passare del tempo, era sempre più stressata. I genitori non smettevano di scriverle, a qualsiasi ora del giorno, messaggi contenenti le loro lamentele nei confronti della scuola. L’apice è stato raggiunto quando un bambino ha ferito un compagno con una matita.



Insegnante vittima di bullismo si suicida in Corea del Sud: la storia di Lee Min-so

Dopo il suicidio di Lee Min-so, l’insegnante vittima di bullismo in Corea del Sud, è scattata la protesta dei colleghi. In molti hanno evidenziato un problema molto più grande. Una legge sul benessere dei minori, approvata nel 2014, impone infatti che i docenti accusati di abusi sui minori siano automaticamente sospesi. Non si fa riferimento tuttavia soltanto ad abusi fisici. Le denunce possono arrivare anche per aver trattenuto un bambino violento, mentre un rimprovero è spesso etichettato come abuso emotivo. Tali accuse possono fare sì che i maestri siano immediatamente rimossi dal loro incarico.



La situazione è fuori controllo. Un docente ha ricevuto una denuncia dopo aver negato la richiesta di un genitore di svegliare il proprio figlio con una telefonata ogni mattina. Un altro è stato segnalato per abuso emotivo dopo aver tolto gli adesivi di ricompensa a un ragazzo che aveva tagliato il suo compagno di classe con le forbici. È per questo che gli insegnanti sono sempre più stressati e temono quotidianamente di essere definiti abusatori di bambini, al punto che non sono in grado di disciplinare i loro studenti o intervenire mentre si attaccano a vicenda.