Dall’Italia ad Abu Dhabi per insegnare: “Qui guadagno il doppio”

Annalisa Marangoni, insegnante, è volata ad Abu Dhabi dopo il Covid: qui insegna in una classe inglese, in italiano. “Diciamo che si guadagna un po’ più del doppio rispetto all’Italia”, racconta a La Repubblica. Lo stipendio è di 4 mila euro “Più benefit: appartamento, assicurazione sanitaria e visto lavorativo. Mi danno un contributo per pagarmi l’affitto della casa”. L’affitto è caro, ma lo paga la scuola: “1.200 euro per un monolocale”, racconta. Il costo della vita, però, non è caro su tutto: “Non su tutto. La benzina è a 90 centesimi al litro ma una pizza margherita costa 12 euro, e con 50 euro di taxi me ne posso andare a Dubai”.



Prima di espatriare, la docente insegnava in scuole private. “A Costabissara tenevo corsi serali per adulti e poi ho lavorato nelle scuole private. Facevo ripetizioni e corsi di lingua straniera: inglese, francese e spagnolo. Ad Abu Dhabi sono arrivata il 20 settembre scorso”. A spingere Annalisa Marangoni a trasferirsi negli Emirati non sono stati solo motivi economici: “Nel 2018 sono stata in vacanza a Dubai per la prima volta e l’anno dopo ho visitato Abu Dhabi. Mi sono innamorata del paese e delle persone”.



La docente: “In classe ci sono le telecamere”

Il percorso per trasferirsi ad insegnare negli Emirati Arabi, non è stato però semplice per Annalisa Marangoni, che a Repubblica spiega: “È molto difficile entrare. Ci sono limitazioni, chiedono il police check, il certificato giudiziale per verificare la fedina penale. Poi ho fatto tre colloqui, ovviamente tutti in lingua inglese. Ho dovuto tradurre e validare la mia laurea in Scienze della mediazione linguistica“.

Annalisa Marangoni ad Abu Dhabi insegna italiano in una scuola italiana, la più grande del Paese. Gli studenti, come spiega a Repubblica, sono per la maggioranza emiratini “Ma ci sono anche dei sudafricani, palestinesi e c’è qualche italiano. Ce ne sono cinque, per la precisione. Durante l’ora di religione islamica fanno grammatica italiana con me”. La didattica, comunque, è molto diversa dalla scuola italiana: “È vietatissimo essere severi con i bambini. In ogni classe ci sono le telecamere, per controllare l’atteggiamento dell’insegnante. Se sgarri, vieni segnalato o sospeso”.