«Ritengo che non se ne debba fare un totem: già adesso, se guardiamo la realtà dei fatti, ci sono tante scuole che nelle prime classi hanno l’insegnante prevalente». Così Massimo Di Menna, segretario della Uil-Scuola, nell’intervista pubblicata il 29 -09 su ilsussidiario.net. Guardare la realtà è certamente un modo ragionevole di affrontare una questione. Innanzitutto guardiamo all’Unione Europea, ai cui dettami tutti, in ogni circostanza, dal commercio di frutti esotici all’immigrazione, fanno riferimento.
Addentrandosi nella banca dati della rete Eurydice sui sistemi educativi europei (http://eacea.ec.europa.eu/portal/page/portal/Eurydice/EuryPresentation) si fa una scoperta interessante: nessun paese prevede nella scuola primaria la pluralità dei docenti che vige in Italia nell’organizzazione modulare.
AUSTRIA | Per tutti e 4 gli anni della scuola primaria, c’è un maestro unico per classe + insegnante di religione e, in certi casi, insegnante di lavori tecnici e/o tessili. |
BELGIO (nl) | Un maestro unico insegna normalmente tutte le materie. Talvolta, sono nominati insegnanti specifici per materie come musica, educazione fisica, religione ed etica non confessionale. |
BELGIO (FR) | Generalmente un unico insegnante è responsabile di tutte le materie, eccetto per i corsi di filosofia, educazione fisica, lingua moderna. Talvolta accade, ma molto raramente, che alcuni insegnanti si specializzino e si suddividano le materie (assouplissement du titulariat). Questo avviene alla fine dell’istruzione primaria |
ESTONIA | Nei primi 6 anni del ciclo di base (corrispondenti al livello primario) c’è un maestro unico (insegnante generalista) che insegna tutte le materie. |
FINLANDIA | Nei primi 6 anni del ciclo di base (corrispondenti al livello primario), c’è generalmente un maestro unico che insegna tutte le materie. |
FRANCIA | Maestro unico. Ci sono talvolta insegnanti negli ambiti artistici e sportivi, ma si tenta di “scoraggiare” queste iniziative. |
GERMANIA | Maestro unico nel 1° e 2° anno; dal 3° anno vengono introdotti più maestri per le varie materie per abituarli al livello secondario. |
GRECIA | Maestro unico. Maestro specialista per inglese e seconda lingua straniera, educazione fisica e musica. |
INGHILTERRA | Maestro unico, generalmente annuale (cambia ogni anno). |
LITUANIA | Maestro unico. Se il maestro non ha qualifiche specifiche vengono introdotti altri docenti per lingua straniera, danza, ecc. |
MALTA | Maestro unico annuale (cambia l’anno successivo). Altri insegnanti per arte, musica, teatro, TIC, sviluppo personale e sociale, scienze ed educazione fisica. |
PAESI BASSI | Maestro unico, ma le scuole possono avere docenti specialisti (es. per educazione Fisica, religione, arte, musica, artigianato) |
PORTOGALLO | Lo stesso insegnante accompagna la classe per tutto il primo ciclo del percorso obbligatorio (6 a 10 anni di età) |
REPUBBLICA CECA | Generalmente, nel primo ciclo della struttura unica di base (corrispondente al livello primario), c’è un maestro unico (insegnante generalista); talvolta lingue straniere ed educazione fisica sono insegnate da un insegnante specifico. |
ROMANIA | Un insegnante per classe. |
SLOVACCHIA | Un insegnante + eventuali altri insegnanti (che insegnano anche in altre classi del primo o del secondo ciclo) per musica, disegno, educazione fisica, educazione tecnica. |
SPAGNA | Maestro unico. Insegnanti specialisti per educazione fisica, musica, lingua straniera e per eventuali altre materie offerte dalla scuola |
SVEZIA | In genere un insegnante per i primi 3 anni del ciclo unico (da 7 a 10 anni). |
UNGHERIA | Maestro unico per i primi due anni e un altro maestro unico per i successivi due anni. |
D’altra parte ben l’han compreso i molti docenti (e dirigenti) di scuola primaria italiana che, dopo i primi anni di esperienza dei “moduli” (3 insegnanti equamente divisi su 2 classi,oltretutto difficilmente gestibili a livello organizzativo), hanno modificato la struttura passando via via all’insegnante prevalente (complice anche un emendamento alla legge 148/90 presentato dall’on Strick Lievers[i]) e poi a quello unico (sì, proprio così il maestro unico c’è già!)
Corsico, Buccinasco, Novate Milanese, comuni del Nord, pochissimi chilometri da piazza del Duomo di Milano: dalla metà degli anni ’90 in alcune scuole ci si è ingegnati per porre rimedio ai danni di una legge che aveva soppresso il tempo “normale” nella scuola elementare, cioè un orario scolastico di 24 ore settimanali distribuito su 6 mattine (8.30-12.30) svolto da un solo insegnante.
Complesso sarebbe elencare tutte le combinazioni orarie attuate che sono diverse nelle varie scuole a seconda delle competenze e delle passioni (condizione principe per raggiungere la competenza!) degli insegnanti, delle esigenze degli alunni, della locazione delle classi; un unico denominatore: il maestro prevalente.
In alcuni casi (tuttora) gli insegnanti prevalenti esauriscono il loro orario (22 ore) in una classe, in altri l’insegnante prevalente, avendo la specializzazione in IRC o inglese, svolge 2 ore di insegnamento in un’altra classe.
Le ore restanti, fino al raggiungimento delle 27 (o 30 ) previste, sono a carico di un insegnante che lavora in 2 classi (e per questo alcuni collegi docenti hanno previsto un incentivo economico) oppure di 2 insegnanti a part time (uno per classe).
Anche l’abbinamento delle aree disciplinari è diversificato: l’insegnante prevalente-quasi unico insegna, oltre a scienze, religione cattolica (o inglese o musica), anche italiano e matematica per precisa scelta pedagogica; oppure italiano, storia, geografia,ed.civica, musica, arte.
Le ore di contemporaneità sono destinate ad attività con piccoli gruppi di alunni per il rinforzo delle abilità di base (negli ultimi anni l’insegnamento dell’italiano agli stranieri) e al laboratorio di informatica in cui il numero delle postazioni è di molto inferiore a quello degli alunni della classe.
In tutti i casi l’esperienza per gli alunni è stata e continua ad essere positiva sia in termini di soddisfazione che di apprendimento.
La proposta del ministro Gelmini non è quindi una gran novità rispetto a quel che, in alcune scuole, è già in atto nel rispetto delle esigenze delle famiglie.
Infine le 2 ore aggiunte all’orario di insegnamento potrebbero non essere un nostalgico ritorno al passato ma la constatazione che è poco ragionevole fare una riunione settimanale per mettere insieme ciò che, insegnato da una sola persona, lo sarebbe già.
Lungo la penisola sono certamente tante le esperienze “creative” a questo riguardo. Sarebbe molto interessante farle conoscere; la rubrica de ilsussidiario.net “Insegnare NON stanca”, a cura dell’associazione Diesse, offre spazio a chi desidera documentarle.