La Fondazione AVSI in collaborazione con DIESSE (Didattica e Innovazione Scolastica) già da tre anni promuove un concorso pubblico rivolto agli alunni della scuola primaria e secondaria di tutto il territorio nazionale (aperto anche ad istituzioni scolastiche educative estere).

Il concorso artistico-espressivo ha come titolo: “La carità sarà sempre necessaria, anche nella società più giusta” (Benedetto XVI).

Ma qual è la finalità del concorso? È quella di promuovere la consapevolezze e la conoscenza delle condizioni di bisogno in cui versano tanti nel mondo e sollecitare negli alunni e negli insegnanti gesti di condivisione. L’iniziativa ha coinvolto alunni, insegnanti e anche genitori (resi partecipi e coinvolti dall’esperienza dei figli).

In questi anni più di 200 classi, più di 4.000 alunni (dal Piemonte alla Sicilia) hanno partecipato al concorso. Hanno “corso insieme”: la partecipazione richiedeva lavori di gruppo-classe (molti erano prodotti anche di più classi o moduli).

Sono arrivati cartelloni, disegni, calendari, libri, diari , quaderni, poesie, racconti, giochi (memory della carità) e prodotti multimediali: tutti hanno espresso in modo creativo l’esperienza della CARITA’ vissuta dagli alunni.

I lavori dei ragazzi esprimevano una vivacità, uno stupore di fronte a qualcosa di bello che è capitato nella loro esperienza quotidiana.

Hanno raccontato con entusiasmo fatti di condivisione del bisogno, esperienze di accoglienza del debole e del diverso, amicizie realizzate nel quotidiano, sostegni a distanza vissuti con grande apertura, la scoperta di semplici gesti di affetto o di un sorriso che aiutano chi è nel bisogno.

La proposta del nuovo bando ha incontrato nei Giochi del Mediterraneo interesse, condivisione e sostegno. Desiderio comune è quello di evitare di ridurre la parola carità all’idea del “soldino dato in elemosina” per lasciare altresì spazio a una trama di rapporti umano-fraterni dove la libertà di ciascuno e il suo senso di appartenenza siano rispettosi della dignità e delle caratteristiche dell’altro. Questo atteggiamento vale in ogni ambito della vita e in particolare nell’ambito sportivo in cui una persona è chiamata a cimentarsi in attività competitive.

Ogni anno il concorso ha proposto agli studenti un tema che da loro doveva essere approfondito e raccontato attraverso esperienze, per quest’anno si è scelto “Sport: pegno di fraternità e di pace fra i popoli”. Dare il meglio si sé nello sport come nei vari ambiti di vita offre a tutti validi esempi di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto della comune dignità.

Siamo consapevoli che la società e la cultura in cui siamo immersi e di cui i mezzi di comunicazione costituiscono una potente cassa di risonanza, sono largamente dominate dalla convinzione che la notorietà e il successo rappresentino le componenti essenziali della propria realizzazione personale. Emergere dall’anonimato, riuscire ad imporsi all’attenzione pubblica con ogni mezzo: questo è il solo scopo perseguito da molti.

Anche se comprensibile, noi riteniamo che tale obiettivo sia riduttivo per la persona e che lo sport sia un ambito privilegiato in cui ciascuno possa dare il meglio di sé offrendo così validi esempi di convivenza nel confronto tra persone delle più diverse provenienze e culture.