A che cosa fa riferimento l’insegnante quando trasmette conoscenze ai suoi alunni tentando, talvolta disperatamente, di farle diventare nelle loro menti competenze essenziali? Fa riferimento, di solito, ad un patrimonio più o meno ampio di saperi che gli derivano dagli studi che ha compiuto.

Gli studi e gli approfondimenti disciplinari sono ovviamente necessari, ma da soli non bastano nell’esercizio dell’aiutare ad apprendere. L’apprendimento nella persona umana, infatti, è un evento dinamico e non statico, cioè si accompagna al desiderio di apprendere e all’interesse per ciò che viene appreso. Perciò apprende l’alunno che viene messo in movimento verso la realtà dall’insegnante che a sua volta è dentro questo movimento di apprendimento-comprensione. Conseguentemente, per aiutare ad apprendere occorre essere immersi – stiamo parlando dell’insegnante – in un’esperienza di scuola in atto.

Ecco il valore del nesso tra apprendimento e sussidiarietà: aiuta l’altro, l’alunno, ad apprendere il docente che a sua volta guarda ad un contesto di esperienze sorte gratuitamente e liberamente in seno alla società e magari vi partecipa in qualche modo.

Inoltre, secondo passaggio, aiuta l’alunno ad apprendere il docente che nella sua scuola mette in atto la sussidiarietà cominciando a concepirsi non come una monade isolata, ma come un professionista capace di promuovere cultura insieme ai propri alunni e insieme ai propri colleghi.

Il particolare della materia assume senso solo in uno sguardo totale perché la realtà è la totalità.

Il “troppo” che spesso viene chiesto alla scuola, il “troppo” che si fa nel tempo scolastico abbassa il livello dell’apprendimento perché occorre ridurre all’essenziale per aumentare la presa sulla realtà.

I latini chiamavano la scuola ludus, gioco, cioè il momento in cui il ragazzo può ancora permettersi di esercitarsi alla realtà, si prepara alla responsabilità. La scuola è un luogo disciplinato di convivenza.

La sussidiarietà, che dalla società si trasferisce nell’educazione e diventa la prospettiva piena

Dalla quale concepire l’apprendimento, fa ancora parte del nostro futuro.

 

In questa rubrica vorremmo mostrare che il futuro in parte è già cominciato.