L’annuale convegno dell’associazione Diesse (Convention Scuola ’09 – Pesaro: 24-25 ottobre) quest’anno segna un cambiamento di prospettiva. Ai momenti tradizionali di incontro con personalità significative del mondo del lavoro, della scuola e delle istituzioni; alla consueta assemblea di messa a punto della “mission” dell’associazione si affiancano due ambiti di costruzione di una identità culturale e professionale dell’insegnante in grado di cogliere le domande della realtà in cui egli opera: si chiamano “Piazza della didattica” e le “Botteghe dell’insegnare”.
Il primo esprime il volto sussidiario di un soggetto che si pone al servizio del docente e ne valorizza la capacità di intrapresa, di produzione di materiali utili al proprio lavoro, di creazione di una “linea” di didattica in cui lo strumento proposto (il manuale scolastico, la mostra didattica, l’audiovisivo) sia espressione di una ipotesi culturale nella quale l’autore è totalmente immerso.
Non una semplice esposizione del “fai da te”, sia ben chiaro, cioè un accumulo di buone pratiche realizzate, sì, ma autoreferenziali; la Piazza della didattica intende essere un veicolo di pratiche non solo buone ma anche proficue per il docente o l’alunno che le utilizza per sé, non solo per il banale “usa e getta” cui costringe una certa routine scolastica.
Se il cuore dell’insegnamento è l’apprendimento di un giudizio globale sulle realtà, per cui apprendendo storia si apprende anche arte o facendo i passi adeguati per comprendere la matematica si impara la logica (perché tutto è connesso da un senso), il cuore della Piazza è l’incontro con gli autori degli stessi materiali presentati.
Più che fornitori di un prodotto, testimoni di una risposta data a una sfida che ogni giorno si pone alla professionalità del docente: quella relativa alle modalità anche operative della trasmissione delle conoscenze. Nello stesso tempo, ma senza soluzione di continuità, la Piazza si offre come spazio in cui Diesse, attraverso le sue sedi regionali, racconta per immagini, percorsi svolti e proposte in itinere, le proprie iniziative più significative e l’attività di interscambio iniziata con enti culturali affini.
La partecipazione tra gli espositori, accanto ai singoli, delle Diesse regionali come artefici di esperienze formative per gli insegnanti evidenzia che la compagnia operativa tra docenti è il metodo dell’associazione, che tende a tradursi in una forma dell’azione dell’insegnante stesso nel suo ambiente. Per questa ragione, insegnanti che si associano non solo per fruire di qualche vantaggio, ma anche per sostenere il lavoro dei colleghi sono un fatto che non può non essere segnalato, come rilevante per il bene stesso della scuola.
E con questo viene spontaneo accennare al secondo grande ambito della Convention, le “Botteghe dell’insegnare”. Vengono in mente i workshop, come gruppi di discussione su tematiche varie, a lato di un convegno. Qui le cose cambiano. Le “Botteghe”, anzitutto, sono centrali nella Convention, il suo pezzo forte. Si svolgeranno su argomenti disciplinari (italiano, storia, matematica, scienze, sport) e metodologici (governance delle scuole, scuola e lavoro, imparare a progettare), ponendosi l’obiettivo di individuare i nuclei portanti dei rispettivi settori. Ragion per cui avranno una composizione mista (insegnanti di vari livelli in ogni Bottega) e uno svolgimento incentrato su uno spunto iniziale che chi guida (il responsabile della Bottega) cercherà di fornire in maniera il più possibile articolata e comprensiva ai partecipanti, anche come risultato ed espressione di un patrimonio di conoscenze che l’associazione ha accumulato.
Botteghe, dunque, in cui artigianalmente (o meglio ancora sperimentalmente) si verifica la bontà di una ipotesi lanciata e inizialmente accolta come utile fonte di paragone. Luoghi in cui, questo è l’orizzonte del convegno, si impara dentro un paragone continuo che, per quanto possibile, si tradurrà in reti di rapporti professionali anche dopo l’appuntamento di Pesaro 2009.