È in uscita il numero 22 della rivista Libertà di Educazione, dal titolo “Lezioni d’Autore – Dal Nido all’Università”. Si tratta di un fascicolo che contiene molte sorprese.

Anzitutto il corpo principale della rivista che presenta vari modelli di lezione in classe.

A scuola “ci sono i professori e ci sono i supplenti, ma non ci sono maestri”: così scriveva Thomas Mann ne I Buddenbrook parlando della scuola tedesca del secondo Ottocento.

Questa assenza si verifica anche nell’attuale nostra scuola? “È una cosa non molto facile da capire: una cosa per soli adulti e persone maturate dalla vita”, direbbe ancora il grande romanziere.

Di certo l’ora di lezione può e deve diventare incontro e compagnia con veri maestri. Quelli in carne ed ossa (i docenti) e quelli che chiamiamo “autori”. Omero, Dante, Spinoza, Leopardi, Mirò, Escher, Einstein, Chesterton, Calder, Pavese, Luzi.

Si tratta di nomi che ricorrono nelle pagine di questo numero rivisitati alla luce non solo di un criterio che tende a valorizzarne tutte le tensioni più profonde e gli apporti rispettivi offerti alla ragione come apertura alla realtà totale, ma anche di quella esperienza particolare e carica di suggestione che è la lezione in classe.

Lezione deriva da lectio, che originariamente, nel Medioevo, indicava la lettura e il commento di un testo di autore. Sappiamo che oggi la lezione è associata ad un’ora di presenza del docente in una classe, in vista di un certo compito da assegnare agli alunni o, come recita il vocabolario, ad “un insieme di nozioni insegnate o date da imparare in una volta”.

Ma non per forza la lezione è o deve essere così. La lezione può essere, e spesso è, un’ora di incontro, quindi di “condivisione di umanità”, impegnata a ri-scoprire il bello e il nuovo. Effettivamente se nell’ora di lezione non accade un incontro, non c’è niente: nessuna esperienza, nulla da “tenere” a memoria e quindi da voler raccontare.

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Alla lezione-incontro prendono parte spiritualmente, se invitati e accolti con cordiale ospitalità, gli “autori” ovvero quegli uomini che avendo fatto “crescere” la vita scientifica, ora possono far crescere docenti ed alunni nell’avventura della conoscenza.

 

Il concetto di crescita è immanente a quello di “autore”, da augere, “far crescere”. Autori sono coloro che creano un’opera, danno origine ad un’arte, promuovono la cultura, fanno avanzare la scienza. Ciò facendo permettono a tutti gli altri uomini, giovani e adulti, bambini e docenti, ragazzi e professionisti di entrare nel reale in modo più deciso, sicuro e conveniente.

 

Un secondo motivo per apprezzare questo numero di Libertà di Educazione è il fascicolo allegato: “Note di letteratura italiana”. Si tratta di un percorso narrativo, e anche riassuntivo, attraverso la letteratura italiana compiuto da Enzo Arnone, un insegnante che ha trasfuso in queste pagine tanti anni di incontro con gli alunni attraverso il dialogo e la rotta tracciata dai grandi autori.

L’affascinante tragitto si sviluppa in particolare dall’Ottocento al Novecento italiano (da Foscolo, Leopardi, Manzoni, Verga a Pascoli, D’Annunzio, Svevo, Pirandello) senza dimenticare la lezione di Dante e i riferimenti a esperienze di letteratura europea.

Nel complesso fascicolo generale e inserto possono costituire utile risorsa sia per l’attività didattica dei docenti, che, nelle mani degli alunni, per la preparazione della prova di italiano all’esame di maturità.