Sarà la scuola e l’assoluta incertezza (su come si potrà riprendere una normalità nei prossimi mesi) il tema centrale del quinto appuntamento con “Inside”: il ciclo di incontri organizzato da IlSussidiario.net questa settimana si sofferma sulla particolare condizione di insegnanti, presidi, alunni e famiglie, alle prese con il settore tra i più “travolti” fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus a fine febbraio. Dopo il successo degli incontri nelle 4 precedenti settimane e dopo aver discusso i temi del lavoro, dei “giochi di potere” dietro al coronavirus, del rilancio turismo e della grave crisi economica successiva al Covid, si arriva oggi a discutere del tema Scuola con ospiti d’eccezione. Giovedì 28 maggio dalle ore 18.30 e in diretta video streaming sugli account social del Sussidiario Facebook, Twitter, su IlSussidiario.net e on demand su YouTube, sarà possibile assistere gratuitamente al quinto incontro sulla pandemia Covid-19.



“La scuola è finita” è il titolo scelto per questo quinto appuntamento con Inside, dove dialogheremo con:

l’on. Anna Ascani, Vice Ministra all’Istruzione,

il prof. Ezio Delfino, dirigente scolastico e Presidente nazionale dell’associazione Disal

il prof. Albertino Bonfanti, docente e Presidente dell’Associazione Portofranco Milano onlus



e il prof. Giuseppe Bertagna, pedagogista e docente presso l’Università degli studi di Bergamo

Intervista esclusiva del dott. Ferruccio De Bortoli.

conduce Enrico Castelli, Giornalista, già Vicedirettore TgR Rai

LA SCUOLA QUANDO RIPRENDE?

La scuola fin dall’esplodere dell’emergenza pandemia è stata tra i primi settori ad essere “mandata” in lockdown, prima a livello regionale e poi con il Dpcm del 4 marzo 2020 in “serrata” totale su tutto l’arco nazionale. Da quel giorno gli studenti di ogni ordine e grado, dagli asili fino alle Università hanno imparato assieme ai rispettivi insegnanti e professori a fare pratica con la scuola a distanza, di fatto rigorosamente online. Le problematiche però sono state fin da subito svariate, dal tanto discusso e ancora non approvato ufficialmente Decreto Scuola col quale si norma la fine dell’anno scolastico (ancora ad oggi, seppur con una relazione precisa al dettaglio del Comitato Tecnico Scientifico su come dovrà svolgersi la prossima Maturità 2020, manca una norma certa su come si concluderanno gli Esami di Stato da giugno in poi), fino al tema non meno importante della sicurezza nelle riaperture da settembre. Il Ministro Miur Lucia Azzolina ha tentato una mediazione tra le richieste dei vari settori scolastici (famiglie, alunni, insegnanti e presidi) e le rigide linee guida del Governo e del Cts, non riuscendo fino a questo momento a tracciare un percorso chiaro, netto e programmatico che imposti il prossimo anno in divenire. Nel mezzo – con le ovvie “fragilità” dovute all’imprevedibilità della curva epidemiologica nei prossimi mesi – si è inserito anche lo spinoso tema del Concorso Scuola che ha portato una frattura in seno al Governo arrivando ad una soluzione per cui gli insegnanti precari che attendevano finalmente il concorso, dovranno attendere ancora fino al prossimo autunno, evitando esami nella sessione estiva.



I POSSIBILI SPUNTI

Al netto delle tante polemiche sorte soprattutto sulla mancanza di progettualità e chiarezza tra il Ministero, il Governo e l’immenso mondo Scuola, negli ultimi giorni si è assistito anche alla polemica tra la vice Ministra Anna Ascani e il Comitato Tecnico Scientifico in merito alla possibilità di fare l’ultimo giorno di scuola in “presenza” per permettere almeno idealmente, con le dovute protezioni e regole, una conclusione “umana” di un anno che rimarrà memorabile in negativo nella storia scolastica. Ebbene, gli spunti di discussione sono parecchi, a partire dalla necessaria chiarezza sul criterio utilizzato per prendere le decisioni: fino ad oggi la sicurezza scientifica ha preso il sopravvento sulla volontà politica (come ribadisce il “niet” del Cts alla proposta Ascani). Sarà così anche per i prossimi mesi? Come avverrà la riapertura di settembre e quale “ipotesi” delle tante finora emerse, anche contraddittorie l’una con l’altra, verranno adottate? Gli studenti andranno a lezione “a turni”, con le mascherine o si ripeterà almeno all’inizio la didattica a distanza? Quale sarà il nuovo ruolo della tecnologia una volta che il sistema scuola ripartirà “normalmente”? Il Governo prenderà in seria considerazione la condizione di crisi delle scuole pubbliche paritarie, finora deputate – a livello di aiuti – meno importanti dei monopattini o delle biciclette? E infine, il tema delle famiglie: se dovesse perdurare la didattica a distanza, quali saranno gli aiuti concreti ai genitori che dovranno alternarsi giocoforza per dover badare in casa ai propri figli?