Ritardo nei rimborsi delle carte di credito, “colpiti” anche grandi magazzini statunitensi come Macy’s e Nordstrom

I principali grandi magazzini statunitensi, tra cui anche Macy’s e Nordstrom, stanno facendo i conti con significativi ritardi nei rimborsi sugli acquisti effettuati con carte di credito. Una situazione non semplice da gestire e che, numeri alla mano, sta preoccupando anche i dirigenti del colosso Macy’s. I vertici del grande magazzino, nei giorni scorsi, hanno infatti reso noto che l’aumento delle morosità ha ridotto i ricavi delle carte di credito a 120 milioni di dollari nel secondo trimestre, con un calo di ben 84 milioni di dollari rispetto al trimestre precedente.



I ricavi della carte di credito di Nordstrom sono invece aumentati del 10% nel primo semestre di quest’anno, ma i dirigenti dell’azienda hanno affermato che potrebbero segnalarsi “maggiori perdite di credito nel secondo semestre e nel 2024” a causa delle morosità che allo stato attuale sono al di sopra dei livelli pre-pandemici.



Gli allarmanti dati forniti della Federal Reserve Bank

Già durante la pandemia, come dicevamo, si era verificata una crisi significativa per i grandi magazzini statunitensi, con situazioni particolarmente complesse e impegnative da gestire. Anche grandi colossi come Hertz e Cirque du Soleil, nel periodo pandemico, avevano dovuto fare i conti con i gravi danni indotti dalla pandemia. Ma in questo caso, la situazione sembra presentare risvolti ancor più complessi.

Infatti, i grandi magazzini statunitensi, probabilmente per agevolare le strategie di acquisizioni clienti hanno concesso del “special card” con punti sugli acquisiti e la possibilità per il consumatore di ottenere consistenti risparmi. Scelte che, evidentemente, non si sono rivelate lungimiranti, in un contesto di per sé già delicato, come confermano i dati forniti dagli esperti che hanno appunto evidenziato l’aumento delle morosità ed una percentuale di pagatori morosi sempre più alta, aumentata del 23,1% al 38,2% tra i secondi trimestri del 2022 e del 2023, secondo i dati della Federal Reserve Bank di St.Luigi.