Tra le 3 e le 5, oltre quattro milioni di italiani si svegliano. Sono quelli del “risveglio precoce“, un disturbo che interessa il 30-40% degli insonni cronici, coloro che cioè lo sono stabilmente e non solamente in maniera temporanea. Assirem, una delle associazioni di ricerca specializzate in medicina del sonno, studia da tempo il disturbo. Il presidente, il neurologo Pierluigi Innocenti, spiega: “È un calcolo in difetto ed è difficile risolvere il problema. Con l’età peggiora e il rischio è di scontarne le conseguenze. L’organismo ha invece estrema necessità di ristoro”. Per l’Osservatorio di UniSalute, quasi due italiani su cinque dicono di dormire male. E allora, svegliandosi tra le 3 e le 5, trovano il modo di occupare il tempo: chi studia, chi cucina, chi scende a portare il cane giù e così via.



Sono dodici milioni gli insonni cronici in Italia: si tratta di coloro che lo sono da oltre tre mesi, secondo la definizione della Sleep American Academy. Sei su dieci sono donne, il 20% dei casi riguarda ragazzi e bambini. Dormire bene, però, è essenziale per il benessere psico-fisico, come ricorda il Corriere. La carenza di sonno, secondo numerosi studi, è un fattore di rischio per molte patologie. Preoccupano dunque i risultati delle varie ricerche, non per ultima quella dell’Osservatorio Sanità 1 di UniSalute: quasi due italiani su cinque dichiarano di riposare male e molti di coloro che soffrono di disturbi rinunciano a cercare dei rimedi.



Insonnia, la primavera non aiuta chi dorme poco

Il neurologo Giuseppe Plazzi, sulle pagine del Corriere dà qualche consiglio per dormire bene cercando di battere l’insonnia. Tra questi quello di cenare tre ore prima di mettersi a letto, staccarsi da lavoro e fonti d’ansia due ore prima, stop a telefonini e tablet almeno un’ora prima. La mattina, scendere dal letto appena aperti gli occhi. La primavera, poi, non aiuta chi di per sé dorme poco. Si tratta infatti di una stagione con repentini mutamenti del tempo, innalzamento delle temperature e aumento delle ore di luce per il naturale allungamento delle giornate: tutto ciò, secondo gli esperti, non concilia il sonno.



Roberto Volpe, del Servizio prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche, in un articolo pubblicato sull’edizione online del nuovo Almanacco della Scienza Cnr ha spiegato: “La variazione della quantità e della intensità della luce viene percepita non solo a livello visivo ma anche dall’ipotalamo, struttura del sistema nervoso centrale che regola il meccanismo sonno- veglia oltre a fame, sete e temperatura corporea“.