E’ decisamente inquietante l’inchiesta del Wall Street Journal, come si legge sul Corriere della Sera, secondo cui alcuni genitori di baby influencer avrebbero assecondato i pedofili affinchè si abbonassero ai contenuiti dei figli. L’autorevole quotidiano americano fa riferimento in particolare a Instagram, che sarebbe colpevole di non avvalersi di strumenti di sicurezza a protezione dei minori. Secondo il Journal Meta non era all’oscuro di tale andazzo, ma non avrebbe apportato dei miglioramenti nei sistemi. Stando a quanto emerso sarebbero stati centinaia gli account di minori gestiti dai genitori che prevedevano una funzione di abbonamento a contenuti esclusivi, sottoscrizioni che sono state attivate da Meta durante l’estate del 2023 di modo di permettere ai creator di aumentare i guadagni derivanti dalla stessa piattaforma online.



Gli abbonati a questi contenuti è emerso che fossero soprattutto uomini, che tra l’altro utilizzavano commenti tutt’altro che appropriati. Le foto pubblicate online non prevedevano contenuti illeciti o nudità, ma i genitori che gestivano gli account dei figli erano a conoscenza di questi interessi torbidi dei loro iscritti. Il problema è che gli stessi, invece che prendere provvedimenti: “assecondavano l’interesse degli abbonati, intrattenendoli con battute esplicite sui propri figli o incoraggiando le ragazze ad interagire con gli iscritti paganti per «gratificarli» sessualmente”, come si legge sul Corriere della Sera.



INSTAGRAM, GENITORI DI BABY INFLUENCER ASSECONDAVANO PEDOFILI: LA RISPOSTA DI META

Ad aggravare il tutto, anche gli algoritmi di Instagram che suggerivano i profili a potenziali pedofili, che nel contempo non nascondevano, attraverso i propri username, gli interessi verso i minori. Secondo il Wall Street Journal le soluzioni per affrontare il problema erano disponibili, come ad esempio avviene già su TikTok e Onlyfans che non consentono agli account con immagini di minori di avere sottoscrizioni a pagamento.

Meta ha risposto alle accuse dicendo che esiste un monitoraggio accurato, ed ha spiegato che le sottoscrizioni a pagamento vengono incentivate indipendentemente dal fatto che l’azienda non guadagni sulle stesse. «Abbiamo lanciato strumenti di monetizzazione dei creator con una solida serie di misure di sicurezza e molteplici controlli sia sui creator che sui loro contenuti». Inoltre ha assicurato che i piani dell’azienda per contrastare la pedofilia sull’abbonamento di contenuti che coinvolgono bambini «Parte del nostro continuo lavoro di sicurezza», le parole di Andy Stone portavoce di Meta.