GLI INTELLETTUALI E LA PROPAGANDA: L’AFFONDO DI LE GALLOU

Dalla guerra in Ucraina al Covid, passando per i maxi-temi di ambiente, gender e ideologie: la propaganda esiste anche oggi, nel 2023, anche in regimi democratici e non più dittatoriali come (per fortuna) ne è ricco l’Occidente. L’affondo arriva dall’ex eurodeputato francese, oggi in “Reconquete” di Zemmour, lo scrittore Jean-Yves Le Gallou: raggiunto da “La Verità” per commentare gli ultimi suoi saggi (“La società della propaganda” e “Manuale di lotta contro la demonizzazione”), l’intellettuale ammette che anche oggi gli “intellò” hanno bisogno giocoforza della propaganda.



«Le società contemporanee subiscono un livello di propaganda che probabilmente non è mai stato raggiunto prima», afferma amaramente Le Gallous nella lunga intervista a Francesco Borgonovo. Stato, media, cinema, scuola, aziende e pubblicità: «oggi un europeo dalla mattina fino alla sera, dalla nascita fino alla morte, è sommerso di propaganda» potenzialmente emanate da tutti questi enti, secondo l’ex europarlamentare. E i primi a rimanere “vittime” di questa propaganda – o lo si potrebbe anche chiamare “pensiero unico” – sono proprio gli stessi intellettuali: «dovrebbero fare ricorso al proprio spirito critico», ma questo avviene raramente e per Le Gallou ciò «è un po’ triste». La preoccupazione degli intellettuali e uomini di cultura oggi, scrive ancora il pensatore francese, «è quella di offrire una bella immagine di sé».



LE GALLOU (“RECONQUETE”): “CONTRO LA PROPAGANDA SERVE LA VERA INFORMAZIONE”

Per questo motivo è sempre più difficile osservare dei veri dissidenti in azione: «essere favorevoli all’immigrazione porta a essere ben visti», nota Le Gallou a “La Verità”, così come «essere favorevoli ad accettare i discorsi dei governi sui Covid (dove i mezzi per lottare contro di esso si sono rivelati più nocivi che efficaci)» oppure ancora «accettare l’idea che ognuno possa scegliere il proprio genere liberamente».

Insomma, secondo Le Gallou vi è oggi una generale «accettazione della propaganda proprio da parte delle classi di intellettuali, delle classi dirigenti, cosa che a sua volta va a rinforzare la propaganda stessa». Secondo l’autore, quello che si innesca è una sorta di “circolo vizioso” dove una cascata di opinioni arriva a stravolgere la realtà non trovando più, dunque, la verità. «È più facile credere ciò a cui in cui tutti credono», ribadisce ancora Le Gallou facendo riferimento ad una copertina di un settimanale Uk dove veniva ritratto con compiacimento per «un uomo incinto». Ovviamente il personaggio in questione era una donna biologica poi fattasi riconoscere come “uomo” e infine in gravidanza: ecco per l’autore francese, quella era stata presentata come una “vera notizia” ma si nutriva del falso all’origine. «C’è la volontà di imporre il falso, di imporre una verità alternativa, diciamo perfettamente contraria alla realtà»: come combattere questa continua ideologia che si presenta, purtroppo, anche in Occidente? Secondo Le Gallou occorre una “doppia critica”: cura delle fonti, vera informazione e messa in critica tanto delle affermazioni “delle autorità”, quanto dei loro detrattori (alias, “complottisti), ma anche chi fabbrica disinformazione «per screditare quelli che criticano il discorso ufficiale»; secondo Le Gallou, «occorre prendere una certa distanza dalla velocità quotidiana delle informazioni per evitare di perdersi in questo flusso costante di informazioni spesso contraddittorie». Un esempio di questo sono le mascherine per l’ex parlamentare: «si dice sono inutili, poi utili, poi ancora inutili. Ogni volta si rinforza la propaganda…».