L’intelligenza artificiale può aiutare le persone rimaste paralizzate dopo un incidente a tornare a camminare. Accade in una particolare clinica nella città di Nijmegen, in Olanda, dove alcuni pazienti hanno già mosso i primi passi con il supporto di un deambulatore e di uno speciale impiego dell’intelligenza artificiale.



“Come medico, mi era stato insegnato che se un paziente con una lesione al midollo spinale non si fosse ripreso in sei mesi, allora sarebbe rimasto per sempre su una sedia a rotelle” ha dichiarato al Times Jocelyne Bloch, neurochirurgo dell’Ospedale universitario di Losanna, che ha operato nella clinica olandese. “Questo paradigma ora è cambiato” aggiunge. Ma com’è possibile per questi pazienti tornare a camminare? Il sistema sviluppato dai ricercatori svizzeri e attivo nella clinica prevede il ricorso a due serie di elettrodi in titanio, posizionati sul cranio dei pazienti, il cui compito è monitorare le cellule nervose e la loro attività. A questo punto entra in gioco l’intelligenza artificiale, che “legge la mente” del paziente riconoscendo l’intenzione di muovere un passo. Questa intenzione viene quindi tradotta in segnali e inviata wireless a un’altra serie di elettrodi, posta sulla superficie del midollo spinale. In questo modo l’intelligenza artificiale stimola alcuni punti precisi del midollo spinale, gravemente danneggiato dall’incidente, e attiva quindi i muscoli dei fianchi, delle cosce e delle caviglie rendendo possibile l’atto di camminare.



Pazienti paralizzati potranno tornare a camminare grazie all’intelligenza artificiale: ecco come

Il professor Grégoire Courtine, neuroscienziato del Federal Institute of Technology di Losanna, a capo di questa rivoluzionaria ricerca, descrive il sistema come un “ponte digitale” che attraversa la regione danneggiata della spina dorsale e permette ai pazienti impossibilitati a muovere le gambe di tornare a camminare anche dopo aver subìto gravissimi incidenti. Un risultato che ha richiesto oltre un decennio di studi per capire in quale modo stimolare il midollo spinale così da ottenere i movimenti desiderati.



Tuttavia, affinché i pazienti possano tornare a camminare, spiegano i ricercatori al Times, occorre un ingrediente fondamentale: la volontà. L’intelligenza artificiale è infatti in grado di “leggere” i pensieri, ma non di ricondizionare un corpo che non ha mosso un passo per anni e che non ha la volontà di sottoporsi a continui allenamenti per recuperare la capacità di camminare ancora.