Se la tecnologia si innova anche gli atti criminali cambiano veste per stare al passo. E così ecco spuntare i rapimenti virtuali, un nuovo modo con cui provare ad estorcere denaro ai malcapitati avvalendosi dell’intelligenza artificiale e di sistemi di clonazione vocale. A riportarlo è Italia Oggi, da cui emerge un fenomeno in netta crescita, tanto che è stato realizzato da Trend Micro, società globale di cybersecurity, un focus dal tema “Virtual kidnapping: how IA voice cloning tools and ChatGpt are being used to aid cyber crime and extorsion cams”. Lo scopo è quello di mettere in guardia da queste nuove forme di crimine sul web, scoprendo le modalità con cui vengono messe in atto.



La ricerca ha voluto sottolineare come l’avvento dell’intelligenza artificiale non sia da considerare così positiva. Con questa nuova tecnologia è diventato più facile infatti manipolare foto, video e voci. E questo ‘modus operandi’ criminale sta destando preoccupazione anche tra le aziende, che mostrano una sempre maggiore diffidenza nell’utilizzo di sistemi IA, proprio per paura di nuovi potenziali attacchi di cyber crime.



INTELLIGENZA ARTIFICIALE, COME FUNZIONANO I RAPIMENTI VIRTUALI

Restando sul fenomeno dei rapimenti virtuali il report pubblicato da Trend Micro ha evidenziato come questa attività criminale segua uno schema ben preciso, come di solito avviene per la maggior parte delle truffe. La vittima riceve una chiamata in cui le viene detto che è stato rapito un familiare (spesso un bambino), e ne viene riprodotta la voce identica per rendere ancora più veritiera la versione dei fatti. Dopodichè viene richiesta una grossa somma di denaro a scopo di estorsione promettendo la liberazione del presunto rapito.



Siamo di fronte a una vera e propria truffa, resa credibile principalmente dalla voce del rapito, riprodotta tramite sistemi di clonazione vocale IA. Il truffatore inoltre per mettere in scena il tutto riesce a sapere, tramite gli aggiornamenti dei social della vittima, quando la stessa è fisicamente lontana dal familiare di cui si vuole far credere il rapimento. Tutto questo ha dell’incredibile e aumenta lo scetticismo nei confronti anche dei consumatori verso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Solo il 51% ritiene infatti che l’IA possa avere un impatto positivo sulle proprie esperienze di acquisto. Senza contare che le stesse autorità di regolamentazione stanno effettuando controlli se i sistemi di IA rispettano il regolamento generale sulla protezione dei dati personali.