Tra i tanti timori legati alla diffusione dell’intelligenza artificiale ce n’è uno che riguarda la sfera economica. L’IA può davvero provocare una crisi finanziaria? In un momento in cui si parla di tagli ai posti di lavoro per l’intelligenza artificiale, c’è chi ritiene invece che i robot creeranno più lavoro, ma per le autorità di vigilanza finanziaria. Si tratta di Gary Gensler, presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, secondo cui è «quasi inevitabile» una crisi finanziaria entro un decennio a causa dell’intelligenza artificiale, se non ci sarà un intervento normativo. Il rischio immediato non è il dominio dei robot, ma un nuovo crollo finanziario.
Se da un lato è pur vero che i rischi posti dall’IA non sono nuovi, ma esistono da decenni, d’altra parte il Financial Times fa notare che «la natura di questi sistemi, creati da una manciata di aziende tecnologiche estremamente potenti, richiede un nuovo approccio che vada al di là di una regolamentazione isolata». Quindi, le macchine sono in grado di rendere il mondo della finanza più efficiente, «ma potrebbero fare altrettanto per innescare la prossima crisi», osserva il giornale britannico.
DAL “GREGGE” AL PARADOSSO DELLA SPIEGABILITÀ
Tra i rischi individuati da Gensler c’è quello del “gregge“, con sempre più soggetti che prendono decisioni simili. Si è verificato diverse volte, come nella corsa degli istituti finanziari verso pacchetti di mutui subprime con cui sono stati gettati i semi della crisi finanziaria del 2008. «La crescente dipendenza dai modelli di intelligenza artificiale prodotti da poche aziende tecnologiche aumenta questo rischio. La natura opaca dei sistemi rende inoltre difficile per le autorità di regolamentazione e le istituzioni valutare l’insieme di dati su cui fanno affidamento», segnala il Financial Times. Un altro rischio è rappresentato dal cosiddetto paradosso della spiegabilità, spiegato dallo stesso Gensler in un documento del 2020 in qualità di accademico del MIT.
Se le previsioni dell’IA fossero facilmente comprensibili, si potrebbero utilizzare sistemi più semplici, perché è la loro capacità di produrre nuove intuizioni basate sull’apprendimento a renderle preziose. «L’affidamento all’IA rafforza inoltre il potere nelle mani delle aziende tecnologiche, che stanno facendo sempre più breccia nella finanza ma non sono soggette a una rigorosa supervisione». Ci sono poi paralleli col mondo del cloud computing nella finanza. A fornire servizi ai maggiori istituti di credito in Occidente sono Amazon, Microsoft e Google, quindi c’è un problema di concorrenza e di mercati mossi in una direzione precisa. Ma c’è pure un rischio sistemico: un problema con un algoritmo di trading potrebbe causare un crollo del mercato.
COSA FARE PER EVITARE CHE IA CAUSI CRISI FINANZIARIA
Per mitigare i rischi dell’intelligenza artificiale bisogna ampliare il perimetro della regolamentazione finanziaria o spingere le autorità di diversi settori a collaborare in maniera molto più efficace. Considerando il potenziale impatto dell’IA su ogni settore, la cooperazione dovrebbe essere ampia. Le autorità dovranno anche prendere esempio da chi è convinto che l’IA conquisterà il mondo e concentrarsi sulle sfide strutturali piuttosto che sui singoli casi. Ad esempio, la SEC stessa ha proposto a luglio una norma che affronti i possibili conflitti di interesse nell’analisi dei dati predittivi, concentrandosi però su singoli modelli utilizzati da broker e consulenti di investimento.
Pertanto, secondo il Financial Times, la regolamentazione dovrebbe studiare i sistemi sottostanti e i casi specifici. Anche perché l’intelligenza artificiale non è intrinsecamente negativa per il mondo della finanza. «Può essere utilizzata per accelerare l’erogazione del credito, supportare un trading migliore o combattere le frodi». Potrebbe anche servire per accelerare l’analisi di dati e sviluppare la comprensione istituzionale. La conclusione per il giornale britannico è che «l’IA può essere un’amica della finanza, se i guardiani hanno gli strumenti giusti per mantenerla sui binari».