L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LA MORALE

Secondo l’economista ed ex Presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, il possibile prossimo “Grande Reset” (nome che proviene dalla proposta del World Economic Forum per ricostruire l’economia in modo sostenibile dopo la pandemia di COVID-19) sarà basato sull’intelligenza artificiale.



La “IA” (o AI per dirla alla inglese) contiene, secondo il banchiere e accademico, «un potenziale tale da poter arrivare a modificare la nostra percezione del concetto di realtà, rendendola ben superiore a quella finora percepita»: nell’editoriale apparso oggi su “La Verità” Gotti Tedeschi spiega ulteriormente i rischi dietro il prossimo ormai imminente “passaggio” nell’era ancor più tecnologica. Addirittura, avverte, la IA «potrà modificare il concetto di bene-male, di responsabilità e pertanto di libero arbitrio». Al rapporto sul quale si è generato e implementato il mondo nelle precedenti ere, quello tra fede e ragione, vi sarà presto un terzo “incomodo”: la stessa IA, «destinato a ridisegnare la stessa ragione umana, convincendo l’uomo che è possibile migliorarla e rafforzarla con una partnership, appunto con l’Ia. Ciò potrà avvenire in pratica accompagnando la ragione umana con un sistema logico azionato dalla macchina».



IL RISCHIO DI UN FUTURO “IN MACCHINA”

Ma l’apporto delle “macchine” potrà davvero risolvere le grandi crisi in corso negli anni Venti del terzo millennio? Secondo Ettore Gotti Tedeschi non sarà facile, specie perché il rischio che si cela dietro l’intelligenza artificiale è proprio la difficoltà a rendere sempre più netta la distinzione tra bene e male, le capacità logiche ma intrinsecamente morali: «come l’IA può senza dubbio crescere le facoltà umane, può anche ridurle», assorbendo e di fatto sostituendo alcune funzioni cerebrali fondamentali per l’umanità. «Erodendo la ragione umana, riducendo la capacità di riflessione, la volontà, l’istinto creativo, la capacità di riconoscere e correggere l’errore, l’umiltà di riconoscerlo, la capacità di distinguere bene e male, decidendo solo tra efficiente e inefficiente, utile non utile», denuncia l’ex n.1 dello Ior. Per Gotti Tedeschi il rischio dell’illusione di trovare con l’intelligenza delle macchine le “risposte” ai dubbi e le crisi irrisolte è sempre più vicino: non solo, la tecnologia davvero sarà in grado di permettere all’uomo di creare «una forma logica non umana che superi quella di chi l’ha creata?». Per l’economista, in conclusione, «La macchina potrebbe non essere più solo uno strumento, ma potrebbe diventare partner indispensabile della ragione umana, che cesserebbe perciò di comprendere e descrivere da sola tutta la famosa realtà»; e allora la vecchia profezia di San Giovanni Paolo II, riaffermata successivamente anche da Papa Benedetto XVI, «l’uomo ha molto investito in scienza e conoscenza ma poco in sapienza», potrebbe davvero trovare pieno “compimento” nel prossimo grande “Reset”.

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