L’intelligenza artificiale può aiutare nella diagnosi dei tumori. Questa tecnologia ha già salvato la vita a un 51enne francese residente a Cherbourg (Manche). La sua incredibile vicenda è stata riportata dal quotidiano Le Parisien, che spiega come l’intelligenza artificiale sia riuscita a individuare il punto in cui si era originato il cancro, sfuggendo allo sguardo dei medici.



Si chiama “cancro primario sconosciuto” e colpisce circa 7.000 persone ogni anno. Si tratta di una condizione in cui non si trova alcun bersaglio e dunque nessun trattamento risulta efficace. L’algoritmo sviluppato dall’Istituto Curie, però, potrebbe essere più forte di questa malattia. Sarà presentato nei prossimi giorni presso il grande congresso di oncologia dell’AACR (Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro) a Orlando. Il cancro primario sconosciuto è un tipo di tumore con prognosi generalmente sfavorevole e che concede un tempo di sopravvivenza di sei o dieci mesi dal momento della diagnosi, ma i risultati dell’applicazione dell’intelligenza artificiale sembrano essere promettenti. La posta in gioco è sicuramente alta.



Intelligenza artificiale nella lotta contro il cancro primario sconosciuto: “terapie mirate”

Cancro primario sconosciuto, prima dell’intervento dell’intelligenza artificiale i pazienti sono generalmente sottoposti a chemioterapia ad ampio spettro che colpisce tutte le diverse origini possibili. Un trattamento che però non funziona bene, in quanto il tasso di risposta è inferiore al 20% e gli effetti sono molto pesanti. L’algoritmo alla base dell’intelligenza artificiale, sviluppato dall’Istituto Curie, è stato addestrato e istruito su un database che comprendeva 20.000 profili di RNA, cioè la “carta d’identità” di tumori al seno, al colon e al polmone. Come riporta Le Parisien, l’Istituto Curie ha notato che in oltre il 98% dei casi l’intelligenza artificiale è stata in grado di descrivere un tumore in pochi minuti, più rapidamente del cervello umano.



Il timore degli sviluppatori era come avrebbe reagito l’algoritmo davanti a un cancro primario sconosciuto. In presenza di un paziente di 30 anni con il corpo invaso dalle metastasi, l’intelligenza artificiale ha ipotizzato una probabilità del 95% che l’origine risiedesse nel rene. E ha avuto ragione, permettendo così di procedere con una chemioterapia mirata su quell’organo. Per ora sono 150 i pazienti su cui è stato sperimentato questo approccio al cancro tramite intelligenza artificiale. Il 60% dei pazienti è ancora vivo dopo dieci mesi dalla diagnosi, un risultato triplo rispetto alla mediana per questi casi. Ora, l’obiettivo per il futuro è perfezionare ed estendere questo promettente algoritmo.