Il Parlamento europeo ha varato il primo regolamento al mondo per normare l’intelligenza artificiale. Il tema è scottate, soprattutto nell’ultimo periodo in cui l’arrivo di ChatGPT, e la conseguente corsa allo sviluppo di IA di vario tipo da parte dei grandi della tecnologia mondiale, ha dimostrato il vasto interesse delle popolazioni, ma anche i rischi sottostimati di un loro uso, in particolare se su larga scala.



Da tempo era nelle intenzioni del Parlamento UE varare una legge sull’intelligenza artificiale e ieri si è segnato un, primo, importante passo. L’Artificial Intelligence Act (anche detto AiAct) è stato discusso, e votato a favore da 84 europarlamentari, contro 7 contrari e 12 astenuti. Secondo quanto spiegato in un comunicato pubblicato sul sito del Parlamento si sottolineano gli importanti benefici che queste nuove tecnologie potrebbero apportare all’umanità, ma anche i gravi rischi possibili. In particolare, si ritiene che l’intelligenza artificiale potrebbe compiere, anche indirettamente, abusi generali, minacciando i diritti umani e democratici fondamentali. Le proposte sono tante, ed in questa prima fase ci si è concentrati attorno alla questione del riconoscimento facciale.



Intelligenza artificiale: “No all’uso del riconoscimento facciale in strada”

La votazione di ieri al Parlamento europeo ha definito che c’è un comune interesse nel limitare l’uso dell’intelligenza artificiale, normando un settore che potrebbe facilmente sfuggire di mano, per volere o per errore degli sviluppatori. Oltre a questo, è stato anche definito un primo approccio contrario all’uso indiscriminato del riconoscimento facciale, vero e proprio focus centrale delle discussioni.

L’obiettivo, insomma, è quello di rendere “sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente” i sistemi che usano intelligenza artificiale, si legge nella nota del Parlamento. Complessivamente, verranno vietati tutti i sistemi che presentano un livello di rischio inaccettabile “per la sicurezza delle persone”, a partire proprio dal riconoscimento facciale. Il punto principale, infatti, è stato un divieto all’uso dell’intelligenza artificiale con riconoscimento nei luoghi pubblici, sia in tempo reale che a posteriori (fuorché non vi sia una comprovata esigenza giudiziaria). Similmente, saranno vietati i sistemi di polizia predittivi e quelli atti a classificare le persone in un database, tramite il monitoraggio dei social network e delle telecamere a circuito chiuso.