L’attenzione della Chiesa nei confronti dell’intelligenza artificiale non è recente, ma risale al 2019. Lo evidenzia monsignor Vincenzo Paglia, ricordando la visita a Roma del presidente di Microsoft, Brad Smith, che gli espresse l’esigenza di trovare «un cammino etico» alla luce dei rischi rappresentati da un interesse guidato solo dal profitto. Ne parla al Giornale, rivelando cosa gli disse: si possono fare grandi cose, ma purtroppo pure «terribili». Da lì l’idea di lanciare Rome Call for Ethics, manifesto per il quale il Vaticano vuole coinvolgere tutte le religioni mondiali. A dare l’input è stato Papa Francesco, il quale ha capito subito «la delicatezza del tema». Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita ricorda il “pressing” del Santo Padre affinché la politica ponesse attenzione al tema, per questo è stato aperto un canale di dialogo con l’Italia.



Per quanto riguarda, però, i rischi dell’intelligenza artificiale, Paglia evidenzia la strada da seguire: bisogna «umanizzare la tecnologia, non tecnologizzare l’umano». Per quanto riguarda l’invito della premier Giorgia Meloni a Bergoglio, monsignor Vincenzo Paglia si dice lieto e ritiene che Padre Paolo Benanti, che fa parte del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite ed è anche consigliere di Bergoglio sull’AI, sia la naturale congiunzione tra il manifesto e l’invito al Santo Padre.



“ITALIA LUNGIMIRANTE SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE”

Il messaggio che verrà lanciato al G7 riguarderà il pericolo di una «algocrazia», mentre il manifesto del Vaticano «propone una algoretica», per cui, secondo monsignor Vincenzo Paglia, bisogna tracciare i confini affinché gli algoritmi non siano guidati solo eticamente, ma anche dal punto di vista giuridico, visto che essere in possesso dei data vuol dire avere un grande potere, con il rischio che vengano usati a discrezione propria, afferma il presidente della Pontificia accademia per la vita nell’intervista al Giornale, facendo notare ciò che ha segnalato Papa Francesco, cioè che l’intelligenza artificiale si stia sviluppando in maniera più rapida in ambito militare. «Una guerra con armi guidate solo dall’Intelligenza Artificiale, senza regole condivise rischia di essere peggiore del nucleare».



Di conseguenza, bisognerebbe spingere i governi a trovare un accordo, come è arrivato per il nucleare e il clima. L’auspicio di Paglia è che il G7 metta la firma della Rome Call for Ethics e che venga organizzata nella capitale una conferenza sull’AI, perché serve attenzione non solo dal punto di vista etico, ma anche a livello legislativo. A tal proposito, Paglia ha riconosciuto la lungimiranza dell’Italia e dell’Europa, visto che le regole adottate sono un valido esempio. Infine, rivela qual è il sogno segreto del Papa, cioè coinvolgere i Paesi legati all’Onu, e indica il prossimo tema, cioè lo spazio, «un’altra delicatissima frontiera» con l’intelligenza artificiale.