La Curva Nord dell’Inter è finita nel mirino della Digos, che sta cercando di fare luce su affari e traffici. Il libro mastro di “zio” Vittorio Boiocchi, ucciso sotto casa nel 2022, riporta il business tra accessi abusivi allo stadio e bagarinaggio grazie alla compiacenza di alcuni dirigenti nerazzurri (non indagati), parcheggi vip, soldi in sale scommesse, conti bancari, cassette di sicurezza e legami con la politica di governo. Ne parla il Fatto Quotidiano, partendo da un’associazione nata per organizzare eventi benefici che in realtà è solo una facciata legale dove inserire nel consiglio due europarlamentari, Carlo Fidanza di Fratelli d’Italia e Silvia Sardone della Lega, entrambi non indagati, «per darle più credibilità» e parlare con i vertici dell’Inter, visto che le società di calcio non possono per legge interloquire con gli ultras. L’associazione è We are Milan che, secondo la Digos, almeno fino al marzo scorso è nella disponibilità piena del direttivo della Curva Nord che la usa anche per raccolte fondi, investendo denaro di dubbia provenienza, e per far ottenere misure alternative agli ultras arrestati o condannati.



L’associazione è uno dei tanti rami di azienda che formano, secondo i pm, un’associazione a delinquere nella Curva Nord che può contare anche sui rapporto con Giuseppe Caminiti, parente del narcos della ‘ndrangheta Salvatore Papandrea, che gestisce i parcheggi vip al Meazza. Il giornale riporta che Caminiti risulta essere stipendiato da Kiss and Fly, una società interna ad un gruppo che ha ottenuto il contratto di gestione da Mi-Stadio, una Srl da un milione di euro di capitale diviso equamente tra Inter e Milan che ha la convenzione col Comune di Milano, per gestire tutto ciò che riguarda lo stadio, da oltre 23 anni. Nel Cda si sono alternati politici e figli degli stessi.



“LA GESTIONE CRIMINALE DELLA CURVA NORD DELL’INTER”

La fotografia della Curva Nord dell’Inter è contenuta negli atti della Digos, che indagano sulle dinamiche interne e sulla gestione dal 26 dicembre 2018, giorno della partita di Inter-Napoli, prima della quale durante una guerriglia tra ultras morì il tifoso nerazzurro Dede Belardinelli. Stando a quanto riportato dal Fatto Quotidiano, l’inchiesta della procura di Milano è ancora aperta. Si parla di una gestione “criminale” della curva diretta da un gruppo ristretto, un cerchio magico formato da otto persone che ogni giovedì si riunisce al ristorante e che è formato ad esempio da Bosetti, Boiocchi, Beretta e Pedrazzoli, leader degli Irriducibili e membro del movimento di estrema destra Lealtà Azione. Questa organizzazione è divisa per settori, ci sono gli affari e l’ala militare. La Digos parla di un modo di rapportarsi con l’Inter e le richieste avanzate seguono «una logica di stampo mafioso» con «tentativi di intimidazione finalizzati al raggiungimento di illeciti scopi».



Sono riportate conversazioni con Claudio Sala, allora responsabile della sicurezza dell’Inter, a cui Boiocchi avrebbe urlato che avrebbero cambiato tattica e che si sarebbero presi le cose con forza. La Digos riporta anche l’incontro all’inizio della stagione 2019-20 tra parte del cerchio magico e tre dirigenti di vertice dell’Inter. Il piano era tessere rapporti ma con un equilibrio delicato, «fra l’incutere timore e l’attenzione a non palesare un’esplicita minaccia, salvo poi rivelare la propria vera natura violenta e criminale quando le circostanze non rendano più efficace tale genere di approccio», spiega la Digos. Lo confermerebbe la gestione di biglietti e tessere: sono stati registrati centinaia di ingressi abusivi, con evidente rischio per la sicurezza pubblica. Infatti, il primo anello verde durante Inter-Atalanta risuona sovraffollato, con gente sulle scale. Il dirigente dell’Inter addetto alla sicurezza dello stadio fu costretto a contattare Bosetti: «I tuoi al primo anello verde son tutti seduti, sia sulle scale che sui seggiolini, tutti in piedi e non va bene te l’avevo detto, devono levarsi dalla scala sennò diventa un problema Renato!».