BC Partners sembra davvero intenzionata a comprare l’Inter da Suning: dopo le rivelazioni già circolate nei giorni scorsi, oggi il Corriere dello Sport rilancia la candidatura di BC Partners e non solo per la quota di minoranza dell’Inter, come inizialmente sembrava. Il quotidiano infatti afferma che nelle ultime ore sarebbe arrivata più di una conferma e che i potenziali acquirenti “sembrano orientati a valorizzare l’Inter tra 400 e 500 milioni, oltre il debito netto che si aggirerebbe sui 350-400 milioni”. Trattative con interlocutori di questo calibro, osserva il Corriere dello Sport, “non possono limitarsi a ingressi in minoranza”. BC Partners è uno dei più blasonati investitori finanziari, fondo di private equity con una sede anche a Milano, segue operazioni da oltre 300 milioni e dichiara (anche nel suo sito) la vocazione ad acquisire il controllo delle aziende, sceglierne il management e indirizzarne le strategie. I fondi di private equity hanno interesse a rilevare aziende con risultati poco brillanti, riorganizzarle, migliorarne la performance per poi rivenderle con un ritorno sull’investimento di almeno il 10-15% annuo.



COME SAREBBE L’INTER DI BC PARTNERS?

Succederà questo anche all’Inter? Suning è disposta a cedere nonostante la secca smentita di Steven Zhang nei giorni scorsi? L’obiettivo di BC Partners sarebbe quello di raddoppiare il valore dell’Inter e per fare ciò serve la maggioranza (o la totalità) del pacchetto azionario della società nerazzurra. Sotto il comando di un fondo di questo genere, la priorità diventerebbe il riequilibrio tra costi e ricavi. L’Inter ha una storia quasi trentennale di bilanci in perdita: dopo la gestione di Massimo Moratti, perfetto esempio della figura del presidente-tifoso che va ormai scomparendo, le gestioni di Erick Thohir e poi del gruppo Suning non hanno mai raggiunto il pareggio. I 102 milioni di perdita dell’ultimo bilancio – sia pure non il dato peggiore in Serie A – risentono del Covid, ma l’Inter aveva comunque accumulato quasi 300 milioni di disavanzo nei cinque anni precedenti, nonostante gli sforzi imposti dal Settlement Agreement UEFA. La rosa dell’Inter ha un costo imponente (283 milioni tra stipendi e ammortamenti) rispetto ai suoi ricavi (372 milioni). Come sarebbe l’Inter di BC Partners? A meno che i ricavi del calcio non si rilancino in modo straordinario post-Covid, potremmo attenderci lo stop a onerose campagne acquisti, ingaggi costosi e campioni avanti negli anni, sul modello di Lipsia, Lione o dello stesso Milan, a sua volta in mano al fondo Elliott. La distanza tra la domanda di Suning (960 milioni) e l’offerta è però ancora molto ampia, dunque la partita è tutta da giocare.

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