Recentemente il caso relativo alle intercettazioni a carico di Stefano Esposito, ex Senatore del Partito Democratico in carica dal 2013 al 2018, nonché ex assessore ai Trasporti di Roma, ha fatto un importante passo avanti. La Corte Costituzionale, infatti, ha accolto il ricorso dell’ex senatore, annullando il suo rinvio a giudizio per l’inchiesta del 2015 partita a Torino contro l’imprenditore Giulio Muttoni.



Stefano Esposito, dal conto suo, era finito in mezzo alle intercettazioni per via di uno stretto legame di amicizia con l’indagato, con il quale era solito intrattenere diverse conversazioni telefoniche. L’inchiesta contro Muttoni era iniziata nel 2015, quando si suppose che il cosiddetto “re dei concerti” (dirigente della società Set Up Live) avesse qualche tipo di legame con la criminalità organizzata calabrese e le sue linee telefoniche erano state messe sotto controllo. Stefano Esposito era così finito in mezzo alle intercettazioni e alla fine dell’inchiesta era stato accusato di turbativa d’asta, corruzione e traffico di influenze illecite, mentre i presunti legami tra Muttoni e la mafia calabrese non erano mai stati dimostrati.



Consulta: “Intercettazioni a Stefano Esposito sono illecite”

Stefano Esposito, mosse le accuse a suo carico, aveva immediatamente fatto ricorso per le intercettazioni ritenute illecite, ottenendo prima un rinvio a giudizio e, poi, grazie al supporto di Palazzo Madama, aveva portato il suo caso fino alla Consulta. Questa, infine, nei giorni scorsi ha dato ragione ad Esposito, scagionandolo dalle accuse, ma non prima, racconta ora a Libero, di “distruggermi la vita“.

La ragione per cui le intercettazioni contro Stefano Esposito sono state definite, dalla Corte Costituzionale, illecite è legata all’articolo 68 della Costituzione. Questo, infatti, regola il meccanismo delle intercettazioni per i membri del parlamento, che necessitano prima di un’autorizzazione da parte della camera di appartenenza. Autorizzazione che può essere chiesta anche in un secondo momento, nel caso in cui il deputato sia stato collateralmente ed inaspettatamente intercettato. Tuttavia, le intercettazioni contro Stefano Esposito non erano mai state autorizzate, così come non era stata neppure richiesta l’autorizzazione, e nel frattempo sono stati raccolti oltre 500 registrazioni che, ora, andranno distrutte.