INTERCETTAZIONI, COMMISSIONE GIUSTIZIA: “SUBITO UN’INDAGINE CONOSCITIVA”. OK PD-M5S A BONGIORNO
Con l’appoggio di praticamente tutti i partiti, la commissione Giustizia del Senato presieduta dalla senatrice Giulia Bongiorno (Lega) ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni in Italia: dopo il forte impulso dato dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle recenti audizioni sui punti programmatici del suo Ministero nei prossimi 5 anni, la commissione ha deciso di avviare un focus in particolare sull’uso, l’abuso e gli strumenti delle intercettazioni utilizzate per indagini e processi. «Tutti i gruppi parlamentari si sono detti d’accordo», spiega la presidente della commissione Giustizia Bongiorno. «Durante la sua audizione in commissione la settimana scorsa, il ministro Carlo Nordio, tra i vari temi affrontati, ha parlato anche delle intercettazioni. Si è aperto un dibattito. La mia idea, che oggi ha trovato l’unanimità dei colleghi e delle forze politiche, è stata quella di proporre un’indagine conoscitiva, un approfondimento su questa materia, in modo da avere a disposizione gli elementi conoscitivi in vista di un futuro disegno di legge», ha spiegato ancora l’ex Ministra della PA.
Forza Italia con il capogruppo in commissione Pierantonio Zanettin ha chiesto in particolare un focus sul Trojan (uno dei sistemi di rilevamento delle intercettazioni divenuto “famoso” durante l’intero scandalo Palamara tra Csm e Procure): «il Trojan vada utilizzato solo per i reati gravissimi di mafia e terrorismo», ha spiegato il senatore azzurro in commissione Giustizia. Il Pd con l’ex pm di Palermo Roberto Scarpinato ha chiesto un focus sulle intercettazioni preventiva fatte da servizi segreti e che quindi, come tali, non fanno parte del fascicolo del processo. Per FdI serve invece un approfondimento sulle intercettazioni telematiche via computer, mentre la Lega con l’ex Ministra Erika Stefani si è riservata di indicare i nomi di esperti da sentire in commissione; anche il M5s si dice d’accordo con la commissione conoscitiva.
RIFORMA NORDIO SULLE INTERCETTAZIONI: LE NOVITÀ E IL PIANO DEL MINISTRO
«Serve una profonda revisione della disciplina delle intercettazioni»: lo aveva detto lo scorso 6 dicembre nell’audizione al Senato presso la commissione Giustizia, il Ministro Carlo Nordio presentando le sue linee programmatiche. Una prima vera svolta liberale-garantista per un ex magistrato che si è sempre battuto contro l’abuso estremo dell’esercizio delle intercettazioni atte a indagini: «Vigileremo in modo molto rigoroso sulla loro diffusione arbitraria e impropria. Il numero di intercettazioni in Italia è di gran lunga superiore alla media europea, con un costo molto elevato di centinaia di milioni di euro». Ad oggi, continuava il Ministro della Giustizia in audizione, «le intercettazioni sono purtroppo uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica»: per questo motivo, spiega Nordio, «non è più ammissibile che le conversazioni finiscano sui giornali. Non sarà più tollerata la fuga di notizie in merito alle intercettazioni. Ogni qualvolta usciranno violazioni del segreto istruttorio in tema di intercettazioni l’ispezione sarà immediata e rigorosa».
Nelle successive interviste il Ministro Nordio ha confermato l’impulso di rivedere a fondo il tema delle intercettazioni in una prossima riforma “degli ascolti”: «Statisticamente la gran parte riguarda reati che non hanno nulla a che vedere con mafia e terrorismo, sono costosissime e non servono a niente», spiegava il Guardasigilli al “Messaggero” nei giorni scorsi, «Non ci sono più le risorse umane per fare bene le indagini, e ci si affida a questo strumento quasi automatico che alla fine qualcosa ti fa trovare. Un po’ come il medico, che non avendo tempo per una visita accurata ti inonda di esami costosi, spesso inutili e anche pericolosi». L’obiettivo è quello di «conciliare il diritto all’informazione dei cittadini e quello dei singoli a non veder divulgate notizie segrete e intime che li riguardano. Per ripristinare una par condicio di informazione tra le parti», ha poi aggiunto Nordio nell’ultima intervista al “Corriere”. Chi contesta l’impulso liberale dato da Nordio sul tema intercettazioni è l’ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando, esponente di spicco del Pd: «Noi nel nostro Paese abbiamo un brutto vizio, di procedere a riforme e interventi senza fare un bilancio degli effetti degli interventi precedenti. Lo vediamo con il reddito di cittadinanza, si sta pensando di rivederlo senza ancora guardare agli effetti di ciò che è stato previsto lo scorso anno», spiegava l’ex Guardasigilli a “Fanpage”, «Diverso è invece l’utilizzo delle intercettazioni perché limitarne l’utilizzo quando vengono usate per contrastare gravi reati che possono mettere in discussione la sicurezza collettiva è un rischio molto grande (…) Penso che si tratti di capire se ci sono abusi e strumenti alternativi alle intercettazioni, magari meno invasivi dal punto di vista della privacy (…) un’indagine da fare caso per caso, perché se con una norma si dicesse che per tutto un certo tipo di reati non si possono più utilizzare le intercettazioni dobbiamo sapere che avremmo un Paese meno capace di contrastarli».