Internet non ha cambiato solo la nostra vita, ma anche il nostro cervello. In pochi anni sta incidendo anche sul sistema nervoso centrale, e non sempre con effetti positivi. Se nell’era digitale alcune regioni cerebrali risultano “potenziate”, ci sono però facoltà e attitudini che risultano indebolite in maniera significativa. Cerchiamo di capire allora in che modo attraverso lo studio di un gruppo di ricercatori che è stato pubblicato sulla rivista World Psychiatry. Un primo effetto dell’esposizione prolungata a internet è la “frammentazione” del livello di attenzione. Pensiamo alle notifiche degli smartphone: quasi sempre ci portano a interrompere ciò che stiamo facendo. Questo ci rende “multitasking”, ma in alcuni casi provoca rallentamenti e ci induce a perdere il filo del ragionamento. I multitasker hanno bisogno di uno sforzo cognitivo maggiore per mantenere la concentrazione, ma tende a risultare inefficiente nel tempo. E poi c’è la memoria. Come riportato dal Corriere della Sera, la dipendenza dalle ricerche online per raccogliere informazioni riduce la capacità di recuperare dati dalla nostra memoria, quindi riduce la connettività funzionale e la sincronizzazione di alcune aree cerebrali.



INTERNET CI STA CAMBIANDO IL CERVELLO? ECCO COME

Valutare gli effetti dell’utilizzo di Internet sullo sviluppo del cervello dei ragazzi è difficile, anche perché è in rapida trasformazione. C’è comunque uno studio di alcuni ricercatori giapponesi, che hanno coinvolto circa 400 ragazzi fruitori di internet, secondo cui i più “accaniti” mostravano alcuni effetti negativi sullo sviluppo cerebrale. È emerso che più usano Internet e più diminuisce l’intelligenza verbale e c’è un ridotto incremento di volume di ampie aree del cervello dopo alcuni anni. Sono aree correlate al processamento del linguaggio, all’attenzione e alle funzioni esecutive più elevate, oltre che alle emozioni. C’è poi una certa preoccupazione riguardo le conseguenze della diffusione dei social sulle abilità psicosociali. L’uso generalizzato dei social media non sembra rappresentare una minaccia significativa alla salute mentale dei ragazzi, ma secondo i ricercatori potrebbe rappresentare una minaccia per quelli più vulnerabili. E quindi c’è bisogno di azioni preventive affinché non subiscano conseguenze anche nel “mondo reale”.

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