Internet diventerà inutilizzabile a causa dell’intelligenza artificiale. L’AI, come sottolineato in un articolo dell’esperto di hi-tech Jannis Brühl sul Süddeutsche Zeitung, sta riempiendo i motori di ricerca e non solo di testi spazzatura. Il caso emblematico arriva da Amazon, che ha cancellato dalle sue librerie decine di opere poiché si è reso conto che esse non erano state scritte da umani. Anche i “lettori” che avevano inserito i libri nelle loro liste erano probabilmente dei bot e non persone reali.



Il fenomeno tuttavia sembrerebbe essere molto più ampio. Il rischio infatti è che il mondo di Internet in un futuro non troppo lontano diventi una dimensione parallela capace di cavarsela senza persone. Il tutto con l’obiettivo di ottenere un profitto. Le manovre ingannevoli sono infatti più facili da eseguire online che nel mondo analogico. È ciò che rende questo settore così attraente. Già nel 2018, d’altronde, l’autore Max Read lo aveva intuito: “Persone false con account di social media falsi fanno movimenti falsi con i loro cursori falsi per ottenere clic falsi su siti web falsi”, aveva scritto sul New York Magazine.



Internet diventerà inutilizzabile a causa di intelligenza artificiale: la previsione

È inevitabile dunque domandarsi se il web come lo conosciamo sarà ancora utilizzabile per le persone tra qualche anno. Contrariamente alle paure di qualcuno, l’intelligenza artificiale non può conquistare il mondo, ma può produrre una quantità praticamente illimitata di spazzatura informativa con cui riempire Internet. I testi in questione in qualche modo hanno un senso, ma non assolvono al loro scopo primario, ovvero aiutare il lettore. In gran parte dei casi, infatti, non sono affidabili.

Secondo stime pessimistiche, entro la fine del decennio il 90% di tutti i contenuti online sarà generato artificialmente. Inoltre, sempre più persone trascorreranno del tempo in luoghi virtuali e dovranno domandarsi se stanno interagendo con dei loro simili oppure con dei bot. Non sarà più possibile capire se si sta comunicando con un uomo o con una macchina. Distinguere il materiale artificiale da quello umano sarà dunque uno dei compiti delle nuove generazioni, ma pare che la sfida sarà ardua. Anche gli esperti, infatti, ammettono di avere delle difficoltà.