Il modo in cui i minori, bambini e ragazzi fino a 18 anni utilizzano le tecnologie digitali è cambiato molto negli ultimi dieci anni, ma, soprattutto, è cambiata la quantità del tempo che trascorrono online e quel che fanno.

Secondo il sondaggio EU Kids online 2020, la media delle ore quotidiane trascorse online è superiore alle 3 e, durante il lockdown, si avvicinava a 7. La maggior parte dei bambini naviga online utilizzando uno smartphone e lo fa quasi il doppio rispetto a 10 anni fa. Non solo. Internet è utilizzato sempre più precocemente rispetto ai bambini di 10 anni fa.



Sebbene Internet offra molte opportunità di imparare ed esplorare, di essere creativi o di interagire con amici e familiari, comporta anche molti rischi come il cyberbullismo. Sempre secondo il sondaggio citato, circa un minore su 10 non si sente al sicuro online e alcuni ragazzi (ad esempio il 44% di quelli in Spagna) non sono mai incappati in persone gentili e disponibili su Internet, tanto che ogni mese un minore su 10 diventa vittima di bullismo online.



Inoltre, molti ragazzi sono in contatto con persone di età inadeguata, subiscono contenuti inappropriati per l’età, disinformazione e, anche, abusi sessuali. Secondo l’Economist Impact Global Survey del 2021, a più di un intervistato su tre è stato chiesto di fare qualcosa di sessualmente esplicito online durante l’infanzia.

Per affrontare questa situazione la Commissione europea, l’11 maggio 2022, ha pubblicato una Nuova Strategia Europea per un Internet migliore per i Ragazzi (BIK+), analoga a quella adottata nel 2012. La nuova strategia si inserisce nell’ambito della trasformazione digitale dell’Ue che ci si è prefissati di raggiungere entro il 2030 e, inoltre, riprende il principio base sul punto: “i bambini e i giovani dovrebbero essere protetti e responsabilizzati online”.



La strategia BIK+ si basa su tre pilastri: un’esperienza digitale sicura, la responsabilizzazione digitale, e la partecipazione attiva.

Il primo pilastro si concentra su esperienze digitali sicure per i giovani, con l’obiettivo di proteggerli da contenuti e comportamenti dannosi e illegali. Come parte di questo pilastro, la Commissione agevolerà l’adozione di un codice di condotta affinché anche in fase di progettazione dei servizi vi sia riguardo all’età con lo scopo di garantire la privacy, la sicurezza e la protezione dei ragazzi anche in base al recente regolamento sui servizi digitali (il Digital Services Act, DSA). Il previsto portafoglio di identità digitale europeo, lo European Digital Identity Wallet, potrebbe essere utile per consentire ai ragazzi di dimostrare la loro età online senza divulgare altri dati personali. Inoltre, verrà creato un gruppo di esperti per fornire raccomandazioni relative al cyberbullismo e al benessere a scuola.

Il secondo pilastro si concentra sulla responsabilizzazione digitale dei giovani in modo che possano fare scelte valide e consapevoli. Per questo propone attività formative attraverso il portale betterinternetforkids.eu finanziato dall’Ue e cofinanziato dalla rete del Safer Internet Center (SIC).

Il terzo pilastro, invece, promuove la partecipazione attiva dei giovani. In particolare, affinché le loro opinioni siano rispettate e possano far sentire la propria voce nell’ambiente digitale, i ragazzi saranno coinvolti attivamente nella creazione del codice di condotta dell’Ue.

Il fascicolo sulla BIK+ è stato affidato alla commissione per la cultura e l’istruzione (CULT) del Parlamento europeo, mentre la Commissione intende trattare l’argomento insieme alla proposta di regolamento che stabilisce norme per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori.

Al di là delle intenzioni e delle strategie per l’adozione del documento, tuttavia, è necessario prestare particolare attenzione alle tracce digitali dei bambini in quanto si tratta di informazioni spesso rilasciate inconsapevolmente e, inoltre, non stabili in ragione della fase di crescita degli stessi.

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