Nelle ultime ore si sta parlando molto dell’intersessualità, dopo che è scoppiato il caso mediatico sulla pugile algerina Imane Khelif, che combatte nella categoria femminile alle Olimpiadi di Parigi. Inizialmente infatti era circolata la notizia che l’atleta fosse transgender, cioè nato uomo e poi sottoposto a cure per il cambio di genere. In realtà da quanto confermano organi ufficiali del Comitato Olimpico, Khelif è una donna, e questo sarebbe stato dimostrato dai documenti in possesso del Cio, che certificano l’assegnazione del sesso alla nascita. Tuttavia, la pugile ha una particolare condizione genetica che comporta una variazione cromosomica. Quindi la presenza dei cromosomi maschili XY nonostante la presenza di organi riproduttivi femminili.
Questo comporta anche, soprattutto dopo l’età dello sviluppo, altre alterazioni, soprattutto nei livelli ormonali. Il testosterone infatti è molto elevato rispetto alla quantità che normalmente dovrebbe essere presente nelle donne, e questo, potrebbe anche causare uno sviluppo muscolare differente. Un particolare che non sarebbe da trascurare nel caso specifico, visto che si parla di una competizione sportiva. Il Cio però non decide in base ai cromosomi ma include la partecipazione in base al sesso di nascita.
Il caso della pugile Imane Khelif, cosa comporta l’intersessualità per i cromosomi e il testosterone
L’intersessualità è una condizione che comporta variazioni genetiche congenite e nella maggior parte dei casi la presenza dei cromosomi maschili XY. Questa è la particolare caratteristica presente anche nell’atleta di pugilato algerina Imane Khelif, e che ha permesso la sua partecipazione alle Olimpiadi nella categoria femminile, perchè non c’è effettivamente stato nessun cambio di sesso. Quasi sicuramente però c’è una discrepanza negli ormoni, in particolare del testosterone, in genere molto elevato nelle persone intersessuali con variazione di questo tipo. Proprio per questo motivo infatti, Khelif era stata esclusa dai campionati mondiali.
I criteri di ammissione alle Olimpiadi però sono differenti e quindi, il Cio, dopo aver esaminato i documenti della pugile, confermati anche dal fatto che in Algeria è vietato cambiare il sesso sulla carta di identità, ha deciso di far partecipare l’atleta alle competizioni. Tuttavia, sono già molte le avversarie di Khelif che hanno lamentato una particolare forza che non sarebbe adeguata ad un combattimento equo. Non ultima la pugile italiana Angela Carini, che si è ritirata dal match e poco dopo ha dichiarato: “I suoi pugni fanno troppo male“.