“Il mio sogno? Trasformare il porto di Tropea nella Portofino del Sud, un’infrastruttura con servizi di eccellenza, che possa essere un punto di attrazione, oltre che per la diportistica usualmente in transito, anche e soprattutto per i mega-yacht, avvicinandolo a quelli che sono gli standard del Luxury Marina Resort, perché la ‘perla del Tirreno’ ha tutte le caratteristiche per essere un ‘marina’ così concepito”. Con questo sogno in testa, nel giugno del 2018, Vincenzo Aristide Di Salvo, bresciano d’origine ma “calabrese d’animo e adozione”, si è catapultato nell’avventura di rilanciare questa infrastruttura affacciata sulle isole Eolie, diventando il nuovo amministratore delegato della Porto di Tropea Spa, acquisendo il 55% delle quote della società tramite un’azienda partecipata del suo gruppo, l’ADV Consult (un altro 20% del capitale è in mano invece al Comune di Tropea). Una sfida imprenditoriale giocata sul turismo di lusso e di qualità, in una terra, la Calabria, tanto bella quanto difficile.
Che cosa l’ha spinta nel 2018 a lanciarsi in questa avventura imprenditoriale?
Mi sono ritrovato in questa meravigliosa esperienza da calabrese adottato ormai da decenni, e nel tempo ho imparato ad apprezzare i valori umani e storici di questa terra, che ha una vocazione naturale per il turismo. Mi ha spinto il desiderio di far emergere l’eccellenza di una Calabria che c’è e non è da meno rispetto ad altre esperienze imprenditoriali. E il porto di Tropea è l’espressione di questa eccellenza, per location e per infrastrutture, che in questi due anni abbiamo valorizzato con i necessari investimenti. Infine, mi ha spinto a questo passo anche la passione nautica.
Quali sono i plus che può offrire il porto di Tropea?
La location del marina, geograficamente parlando, è perfetta: si trova facilmente sulle rotte nautiche, è molto ben protetta, sorge nel cuore della bellissima Costa degli Dei, a sole 32 miglia dalle meraviglie delle isole Eolie.
Perché ha deciso di giocare proprio la sfida del lusso e del turismo di qualità? E sta vincendo la sfida?
Perché in Calabria manca il riconoscimento di una qualità che invece deve emergere, soprattutto in queste location incantevoli come appunto Tropea, non a caso chiamata la “perla del Tirreno”, ma io mi spingo a dire “perla del Mediterraneo”. E il gradimento e la soddisfazione della clientela che apprezza l’eccellenza del nostro marina dimostra che stiamo vincendo questa partita.
Che vantaggi offre il porto a Tropea e all’economia della Calabria?
Il porto di Tropea è già, e lo sta diventando sempre più, la porta d’ingresso di un meraviglioso appartamento. Se noi valorizziamo questo ingresso, si valorizza tutto l’appartamento. Ne traggono vantaggio Tropea e la Calabria.
Il porto di Tropea fa parte dell’accordo “I porti di Ulisse”. Perché?
Tropea è stata scelta da Ulisse nel suo peregrinare come uno dei porti di approdo per la bellezza della sua natura. A sole 4 miglia dal porto, poi, si trova una delle più belle piscine naturali in mare di tutto il Tirreno, l’area di Formiche, meta frequentata dagli antichi Romani per godersi il panorama e il riposo. A tal proposito stiamo valorizzando un percorso storico e di archeologia marina. E ancora oggi i nostri clienti vedono Tropea come porto sicuro, tra l’altro affacciato sulle isole Eolie.
Che cosa significa per il vostro porto essere un ponte naturale e privilegiato verso le Eolie?
Il porto di Tropea è un punto di appoggio naturale verso le Eolie. Noi stiamo cercando di riqualificare questa attitudine: Tropea come meta integrata con le Eolie all’interno di un nuovo percorso turistico enogastronomico e paesaggistico di qualità. Ci sono clienti che pensano di stare a Tropea 5-6 giorni, poi invece decidono di allungare il soggiorno a 15-20 giorni e tre quarti del tempo li trascorrono nel marina per scoprire la Costa degli Dei. Una bella spinta al turismo calabrese.
Come è suddivisa la vostra clientela?
Escludendo per il momento quel che è successo quest’anno con il Covid, che ha inciso molto sulla presenza straniera, noi abbiamo un 50% di clienti italiani e un 50% di stranieri, di cui il 15% extra-europei: americani, canadesi, russi e arabi.
Lei parlava di forti investimenti e di modello unico del porto di Tropea. Quali servizi originali offre?
La definizione di porto è riduttiva. Oltre a fornire tutti i servizi turistici nautici per il comfort dell’imbarcazione, il marina mette a disposizione servizi a terra e a bordo di elevata qualità, a partire dalla ristorazione: una pizzeria, tre ristoranti, tra cui il Marina Yacht Club gestito da noi direttamente, e un servizio di catering on board. All’interno del marina, poi, si trovano una palestra, un beauty center, tre bar, un supermarket, una farmacia, una lavanderia e stiamo realizzando una piscina di 250 metri quadrati. Tutti servizi sempre aperti, perché il nostro obiettivo è destagionalizzare l’attività del marina. In più, stiamo implementando anche l’organizzazione di eventi, come il Trofeo velico Challenge, che si è appena aperto e che durerà fino a novembre: una “piccola Barcolana” di imbarcazioni d’altura.
Lei è diventato Ceo del porto di Tropea a metà 2018, quindi a stagione già iniziata, ed è riuscito a chiudere l’anno con risultati molto positivi. Prima di arrivare a parlare di questo anomalo 2020, come è andato il 2019 in termini di transiti, approdi, contratti?
Il business turistico è andato molto bene e abbiamo continuato nel nostro percorso di investimenti in infrastrutture e nel personale: dagli 11 addetti del 2018 siamo già arrivati a 35, abbiamo cioè più che triplicato l’occupazione. Il che significa garantire tutta una serie di servizi. Si tenga conto che il marina di Tropea è aperto tutto l’anno 24 ore su 24, si può quindi sbarcare e imbarcare sempre, anche di notte. A fronte di un aumento dei costi di struttura abbiamo registrato un incremento significativo, +92%, del fatturato. I veri frutti di questo sforzo li vedremo comunque nei prossimi anni.
Anche perché l’emergenza Covid avrà un po’ rallentato la vostra crescita. Quanto ha pesato e sta pesando sul vostro business?
Nonostante il Covid, che ci ha fatto perdere quattro mesi, da marzo a giugno, e per il cui contenimento abbiamo adottato tutte le misure necessarie in termini di sicurezza sanitaria, il format del nostro marina non è stato molto penalizzato, perché il 90% dei nostri clienti sono rimasti al suo interno, apprezzando l’eccellenza e la varietà dei servizi offerti. Penso che chiuderemo quest’anno in linea con i risultati del 2019: un grande risultato.
Come vede il 2021?
Premesso che il Covid ha colpito il turismo come vittima sacrificale, molto dipenderà da fattori esogeni: nello scenario peggiore, con la pandemia ancora in corso ma sotto controllo, il 2021 replicherà quanto meno i risultati del 2020. Se invece il virus non sarà in circolazione, siamo pronti per centrare numeri davvero significativi.
Qual è il suo sogno sul porto di Tropea?
Il mio sogno è farlo diventare la Portofino del Sud. Su questo il mio impegno all’interno dei 55mila metri cubi in concessione è massimo. Mi aspetto e mi auguro che anche la politica sia sensibile a questo ambizioso progetto di sviluppo. Sono molto fiducioso.
(Marco Biscella)