IL COMUNICATO DI MEDIASET SULL’INTERVISTA DI LAVROV

«Le deliranti affermazioni del ministro degli esteri russo Lavrov a ‘Zona Bianca’ rivestono particolare importanza perché confermano chiaramente la mancanza di volontà da parte di Putin di arrivare ad una soluzione diplomatica della guerra dei russi contro l’Ucraina. E comunque la si pensi, oggi sappiamo qualcosa in più della Russia e di chi la governa»: così parla Mauro Crippa, Direttore Generale dell’Informazione Mediaset in merito all’intervista andata in onda il 1 maggio 2022 su Rete 4.



Le mille polemiche politiche e mediatiche – non solo in Italia – all’intervista di Lavrov nel pieno della guerra in Ucraina hanno portato il Biscione a prendere una netta posizione in difesa del proprio programma e dell’idea stessa di “pluralità” dell’informazione, pur davanti ad un personaggio alquanto controverso come il “diplomatico” di Vladimir Putin. In particolare, quando il Ministro Lavrov si è permesso di dire che Hitler aveva origini ebraiche come Zelensky – e che soprattutto «i peggiori antisemiti sono a volte gli ebrei stessi» – ecco che il segno per molti è sembrato del tutto superato: «Quanto alle accuse e agli assurdi parallelismi di Lavrov su Hitler e gli ebrei, solo antisemiti viscerali possono ancora dare credito a quelle che appaiono come follie allo stato puro, oltre che a falsi storici già smentiti dai fatti».



REAZIONI POLITICHE ALL’ìINTERVISTA DI LAVROV SU MEDIASET

Mediaset sottolinea come Lavrov non sia l’ultimo dei “passanti”: «E il numero due della Federazione Russa. L’intervista al ministro degli Esteri russo è un documento che fotografa la storia contemporanea», scrive Crippa nel comunicato ufficiale del Biscione.

Ai tanti che stanno criticando ancora Mediaset per l’intervista a Lavrov, il Direttore Generale dell’informazione replica «consigliamo la visione delle programmazioni di reti, tg e speciali Mediaset sulla guerra in Ucraina. Ne trarranno facilmente la conclusione che l’azienda ha ben chiaro chi ha voluto e cominciato questo conflitto». Infine, Mediaset ribadisce come «Il pluralismo dell’informazione e le buone regole del giornalismo suggeriscono sempre di ascoltare tutte le voci, anche quelle più controverse e divisive». Il segretario del Pd Enrico Letta e con lui buona parte del Centrosinistra, ha fortemente criticato la scelta di Rete 4 e del conduttore di “Zona Bianca” Giuseppe Brindisi per il tono mantenuto durante l’intervista, considerato eccessivamente “accomodante”: «”buon lavoro, Ministro Lavrov”. L’abisso. Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti-Ucraina stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile né accettabile? E che sia un’onta per l’Italia intera?». Per Salvini e Meloni invece le parole di Lavrov sono stati sì inqualificabili e ricche di falsi storici ma non si può imputare a Mediaset una scelta editoriale da rispettare e che ha mostrato al Paese la versione russa sugli ignobili fatti in Ucraina. «Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai. L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni», ha spiegato Adolfo Urso, presidente del Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica).



BRINDISI (“ZONA BIANCA”): “HO FATTO IL MIO LAVORO, ASSURDE LE POLEMICHE”

Nel pomeriggio di lunedì, il conduttore “dello scandalo” Giuseppe Brindisi ha spiegato a “105 Kaos” su Radio 105 la sua personale posizione in merito: «Io credo di aver fatto essenzialmente il mio mestiere, il mestiere del giornalista è portare le notizie e se guardo a quello che sta succedendo da ieri sera a oggi un po’ di notizie le ho portate. Il problema grosso è che io non devo dichiarare guerra alla Russia, io devo fare il mio lavoro».

Per il conduttore giornalista di Rete 4 aver fatto l’intervista a Lavrov è stato un servizio al Paese e all’informazione: «Probabilmente, con il senno di poi, mi si chiedeva di accogliere Lavrov ‘Ma brutto figlio di …’, a quel punto lui avrebbe fatto chiudere subito l’intervista, io avrei avuto il plauso di qualcuno, ma poi….». Non solo, ancora in radio Brindisi sottolinea come «Il mio approccio è diverso: io la schiena dritta l’ho avuta, le cose più interessanti dell’intervista sono arrivate quando io l’ho contraddetto, quando io l’ho posto di fronte a determinate cose tipo il video dei droni a Bucha o l’assurdità di denazificare il paese con un presidente ebreo, lì si è arrabbiato Io ho la coscienza pulitissima». Capitolo finale è la frecciata alle tante polemiche politiche piovute contro di lui, la trasmissione e Mediaset in generale: «Quello che più mi dispiace constatare è che quelli che parlano di Russia come di un paese autarchico, dove c’è la dittatura e dove c’è la censura sulla stampa, chiedono la censura su Lavrov».