PAPA FRANCESCO: “LA GUERRA IN SIRIA IL MOMENTO PIÙ DIFFICILE”
Il momento più difficile del Pontificato di Papa Francesco è stata la guerra in Siria: «Forse è stato difficile e duro quando mi sono dovuto mettere contro la guerra siriana, quella cosa nella piazza che ho detto. Non sapevo cosa fare, era molto difficile. Non ero abituato a una cosa del genere e anche la paura di sbagliare e fare del male. E’stato difficile. Ci sono stati anche dei momenti facili o meno facili. Ma sempre il Signore mi ha aiutato a risolvere, o almeno avere pazienza, aspettare di risolvere».
SINODO, IL PONTEFICE: “TUTTI SONO PERSONE”
Parlando del Sinodo, Papa Francesco spiega: «Il risultato è positivo. Si è parlato di tutto con tutta libertà. E questa è una cosa bella e si è riuscito a fare un documento finale, che va studiato in questa seconda parte per la prossima seduta a ottobre, come quello della famiglia, anche questo è un Sinodo in due tappe. Credo che siamo arrivati proprio a quell’esercizio della sinodalità che san Paolo VI aveva voluto alla fine del Concilio perché si era accorto che la Chiesa dell’Occidente aveva perso la dimensione sinodale che invece hanno gli orientali».
Nel Sinodo si è toccato anche il tema delle coppie omosessuali: «Quando io dico tutti, tutti, tutti, sono le persone. La Chiesa riceve le persone, tutti e non si domanda come sei. Poi dentro ognuno cresce e matura nella sua appartenenza cristiana. E’ vero che oggi è un po’ alla moda parlare di questo. La Chiesa riceve tutti. Un’altra cosa è quando ci sono delle organizzazioni che vogliono entrare. Il principio è questo: la Chiesa riceve tutti coloro che possono essere battezzati. Le organizzazioni non possono essere battezzate. Le persone sì».
PAPA FRANCESCO: “LE DONNE HANNO UN FIUTO SPECIALE”
Il Pontefice ha parlato poi del ruolo delle donne nella società odierna: «Qui, per esempio in Vaticano ci sono più donne nel lavoro, per esempio la vicegovernatrice dello Stato Vaticano è una donna, una suora, e il governatore ha un ruolo più generico ma quella che comanda è lei. Nel consiglio dell’economia che sono sei cardinali e sei laici, di questi sei laici, cinque sono donne. Poi ci sono già segretarie al posto dei monsignori: il segretario della vita consacrata è una donna dello sviluppo umano integrale una donna, nella commissione per scegliere vescovi ci sono tre donne, perché le donne capiscono cose che noi non capiamo, le donne hanno un fiuto speciale per la situazione e ci vuole, credo che vanno inserite nel lavoro normale della Chiesa».
PAPA FRANCESCO: “CLIMA? È IN GIOCO IL NOSTRO FUTURO”
C’è anche il clima nelle parole di Papa Francesco al Tg1: «Siamo ancora in tempo a fermarci. È in gioco il nostro futuro. Il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Ci vuole un po’ di responsabilità»
Riguardo la Cop 28, spiega: «Credo che partirò il primo dicembre fino al 3 dicembre. Starò tre giorni lì. Io ricordo che quando sono andato a Strasburgo, al Parlamento europeo, e il presidente Hollande ha mandato la ministra dell’ambiente Segolene Royal a ricevermi e lei mi ha chiesto: ‘Ma lei sta preparando qualche cosa sull’ambiente? Lo faccia prima dell’incontro di Parigi. Io ho chiamato alcuni scienziati qui, che si sono affrettati, è uscito ‘Laudato sì’ che è uscito prima di Parigi. E l’incontro di Parigi è stato il più bello di tutti. Dopo Parigi tutti sono andati indietro e ci vuole coraggio per andare avanti in questo. Dopo ‘Laudato si’ hanno chiesto appuntamento cinque funzionari importanti nel campo petrolifero. Tutti per giustificarsi… ci vuole coraggio».
IL GIUDIZIO DI PAPA FRANCESCO SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: “UNA TOTALE SCONFITTA”
«Ogni guerra è una sconfitta. Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno. E poi la reazione. Gli israeliani andare a prendere quegli ostaggi, a salvarli. Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro»: così Papa Francesco racconta con parole ferme, quasi sussurrate, nell’intervista al Tg1 con il direttore Chiocci. Una guerra che è sconfitta, con «è l’ora più buia», sottolinea il Santo Padre, «La guerra è una sconfitta. Io l’ho sentita come una sconfitta in più. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale».
Papa Francesco racconta di sentire tutti i giorni i religiosi rimasti a Gaza, telefonando alle comunità cristiane presenti nella Striscia: «Li chiamo tutti i giorni e c’è anche una suora argentina lì e il parroco era a Betlemme nel momento che è scoppiato tutto questo e non è riuscito a tornare perché era andato a Betlemme ad acquistare medicine. Adesso è a Gerusalemme ma non può entrare». Papa Francesco racconta di aver sentito anche il viceparroco egiziano, padre Yussuf, che gli ha raccontato «ma questo è terribile, adesso l’ultima cosa è che hanno bombardato l’ospedale ma a noi in parrocchia ci rispettano, in parrocchia abbiamo 563 persone, tutti cristiani e anche qualche musulmano. Bambini ammalati dei quali si prendono cura le suore di Madre Teresa». Il Santo Padre sottolinea come le forze israeliane stiano rispettando quelle comunità cristiane presenti in Gaza non bombardando: resta però il terrore che la guerra possa estendersi sempre più a fondo, «Sarebbe la fine di tante cose e di tante vite. Io penso che la saggezza umana fermi queste cose. Sì, c’è la possibilità ma … e a noi questa guerra ci tocca per quello che significa Israele, Palestina, la Terra Santa, Gerusalemme ma anche l’Ucraina ci tocca perché è vicina. Ma ci sono tante altre guerre che a noi non toccano: Kivu, lo Yemen, il Myanmar con i Rohingya che sono dei martiri. Il mondo è in guerra ma c’è l’industria delle armi dietro».
ANTISEMITISMO, GUERRA IN UCRAINA E MIGRANTI: LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
Sempre durante l’intervista al Tg1, Papa Francesco ammette di aver timore che il pericolo antisemitismo possa estendersi dopo l’inizio della guerra in Medio Oriente: «l’antisemitismo rimane nascosto. Lo si vede, giovani per esempio, di qua e di là che fanno qualche cosa. E’ vero che in questo caso è molto grande ma c’è qualche cosa sempre di antisemitismo e non è sempre sufficiente vedere l’Olocausto che hanno fatto nella seconda guerra mondiale, questi 6 milioni uccisi, schiavizzati e non è passato. Purtroppo, non è passato. Non saprò spiegarlo e non ho spiegazioni è un dato di fatto che io lo vedo e non mi piace». Dalla Terra Santa alla guerra in Ucraina, Papa Francesco torna a parlare del conflitto che da due anni infiamma l’est dell’Europa: «Il popolo ucraino è un popolo martire, ha avuto persecuzioni al tempo di Stalin, molto forti. E’ un popolo martire. Ho letto un libro commemorativo su questo e sul martirio terribile è stato terribile, è stato un popolo che soffre tanto e adesso qualsiasi cosa gli fa rivivere quello io li capisco e ho ricevuto il presidente Zelensky, capisco, ma ci vuole la pace. Fermatevi! Fermatevi un po’ e cercate un accordo di pace, gli accordi sono la vera soluzione di questo. Per ambedue». Il Santo Padre conferma della sua intenzione di andare a Kiev e Mosca ma che poi non se n’è fatto nulla perché il dialogo si è fermato: «In quel momento mi scrisse Lavrov: ‘Grazie se vuole venire, ma non è necessario’. Io volevo andare da entrambe le parti».
Sul fronte immigrazione, Papa Francesco ribadisce la sua provenienza di migrante in terra di migranti come l’Argentina: «Io sono figlio di migranti ma in Argentina siamo 46 milioni credo e soltanto indigeni proprio lì sono 6 milioni non di più. Gli altri tutti migranti. E’ proprio un paese fatto di migrazioni: italiani, spagnoli, ucraini russi Medio Oriente tutti». Per Bergoglio l’esperienza della migrazione è qualcosa di «esistenziale forte», eppure non c’entra nulla con le tragedie di ora: «Ci sono state migrazioni brutte nel dopoguerra ma oggi è sempre una cosa molto drammatica e sono cinque i paesi che soffrono più la migrazione: Cipro, Grecia, Malta, Italia e Spagna». L’Europa deve essere solidali con chi scappa da lager come in Libia – «c’è una crudeltà lì, terribile» – e per questo, aggiunge Papa Francesco, «non possono questi cinque paesi prendere tutti e i governi dell’Europa devono entrare in dialogo. Ci sono piccoli paesi vuoti con dieci, quindici anziani e hanno bisogni di gente che vada a lavorare lì. C’è una politica migratoria – aggiunge – con i passi della migrazione: riceverli, accompagnarli, promuoverli e inserirli nel lavoro. Che si inseriscano». Una vera politica migratoria, conclude Papa Francesco, «deve essere costruttiva per il bene del paese e per il bene loro e anche paneuropea. Mi è piaciuto quando la presidente della Commissione europea è andata lì a Lampedusa a vedere: questo mi piace perché sta cercando di prendersi questo».
INTERVISTA ESCLUSIVA DEL TG1 A PAPA FRANCESCO: DIRETTA VIDEO, QUANDO PARLERÀ
Un’intervista esclusiva del Tg1 a Papa Francesco a pochi giorni dalla conclusione del Sinodo e nel pieno della tempesta internazionale legata alla guerra in Medio Oriente: nel giorno di Ognissanti, poche ore dopo l’Angelus in Vaticano, il Santo Padre tornerà a rilanciare il suo appello per la pace in Palestina ma nell’occasione affrontare tanti diversi temi legati al Papato e alle sue esperienze personali.
L’appuntamento con l’intervista a Papa Francesco è previsto per le ore 20.30, appena finito il Tg1: diretta tv su Rai 1 e video streaming su RaiPlay, Papa Bergoglio dialoga con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci su tanti temi legati alla contemporaneità, dalla guerra al Sinodo fino al suo stato di salute. Non è la prima intervista di Papa Francesco al direttore Chiocci che già nel 2020 riuscì a raggiungere il Santo Padre per una lunga chiacchierata a partire dai temi della pandemia: l’intervista al Tg1 è stata registrata nei giorni del Sinodo con quasi un’ora di colloquio fitto tra il Papa e il giornalista.
LE ANTICIPAZIONI DELL’INTERVISTA: COSA DIRÀ PAPA FRANCESCO AL DIRETTORE TG1 CHIOCCI
Secondo le anticipazioni emerse dalla Rai, l’intervista del Tg1 a Papa Francesco parterrà dall’emergenza mondiale della guerra in Medio Oriente, con Bergoglio pronto a lanciare un nuovo appello di pace dopo le iniziative messe in campo negli scorsi giorni (dalla giornata di preghiera fino alla mediazione diplomatica con Biden, Erdogan e il Ministro degli Esteri iraniano). «Dalla guerra in Medio Oriente al conflitto in Ucraina, con l’appello a deporre le armi. Ma anche il bilancio del Sinodo, il ruolo delle donne nella Chiesa, la necessità di rinnovamento», questi i temi affrontati da Papa Francesco che si è poi appellato perché tutti «depongano le armi» davanti agli orari della guerra.
In primo piano, continua l’ufficio stampa Rai, l’intervista a Papa Francesco si concentra oltre che sulla guerra anche sui flussi migratori, il ruolo fondamentale dell’Europa nell’aiutare i Paesi di primo approdo dei migranti, l’emergenza climatica con l’appello del Papa per fermare il climate change. Nell’intervista del Tg1, infine, si troverà spazio anche per la sfera più privata e intima di Papa Francesco: dai momenti più difficili del suo Pontificato decennale, il suo attuale stato di salute, la vita da giovanissimo e la fidanzata prima di prendere i voti, infine «la nostalgia del mare, il calciatore preferito tra gli argentini Diego Armando Maradona e Lionel Messi». Appuntamento alle ore 20.30 sul Tg1 o su RaiPlay in streaming.