Si è concluso in questi giorni il progetto promosso da Intesa Sanpaolo ed Innovit (un vero e proprio hub dell’innovazione per il nostro bel paese, che vanta il supporto del Governo, dall’ambasciata a Washington e del Consolato italiano a San Francisco) che hanno portato 12 startup eccellenza del Made in Italy nel cuore pulsante della Silicon Valley – ovvero San Francisco – per accompagnarle in un percorso intensivo di sviluppo in quello che è considerato il centro dell’universo tecnologico ed economico dell’intero mondo.
Facendo un passetto indietro, è bene sottolineare che il progetto nella Silicon Valley ha come punto di partenza le prime due edizioni del programma Up2Stars di Intesa Sanpaolo con il quale vengono valorizzate alcune tra le più promettenti ed innovative startup che operano in alcuni settori tra quelli più importanti nell’equazione economica attuale, dal digitale fino all’aerospaziale, passando anche per le rinnovabili, l’IA, la mobilità e la cosiddetta ‘bioeconomia’: in totale le imprese scelte e promesse erano state ben 80 e tra queste ne sono state scelte 12 tra quelle che hanno mostrato di avere un maggior potenziale in termini di sviluppo ed innovazione.
Cos’è il progetto promosso da Intesa Sanpaolo nella Silicon Valley per le 12 startup italiane: lezioni, mentoring e incontri con gli investitori
Le 12 startup eccellenti scelte da Intesa Sanpaolo sono – così – volate a San Francisco dove hanno trovato ad attenderle un percorso di sviluppo partito con una 20ina di lezioni presso diverse tra le prestigiose Università locali e giunto fino ad incontri con potenziali investitori americani; il tutto intervallato da sessioni di mentoring e networking che sono arrivate fino alla formazione di un vero e propri pool di esperti (detto in gergo ‘shark tank‘) a supporto degli imprenditori.
Complessivamente Intesa Sanpaolo ha generato un valore economico di circa 2,2 milioni di euro a favore delle startup tra i 25mila a testa già garantiti alle 80 vincitrici di Up2Stars e i 45mila per le 12 che hanno preso parte al viaggio nella Silicon Valley; senza dimenticare l’impegno profuso dal gruppo bancario nell’ultimo decennio sul nostro stesso territorio che è valso qualcosa come più di 800 milioni di euro elargiti sotto forma di finanziamenti per le piccole aziende innovative e percorsi di crescita.
Le 12 startup accompagnate da Intesa Sanpaolo e Innovit a San Francisco
Ma quali sono queste 12 startup meritevoli del viaggio californiano promosso da Intesa Sanpaolo? È presto detto perché si parte (in ordine non di merito) dalla 2NDSpace di Faenza che è l’unica ad operare nel settore aerospaziale; passando – per quanto riguarda la cosiddetta Industria 4.0 – dalla bitCorp milanese e dalla INFINITY ID bergamasca, con una tappa dedicata anche alle rinnovabili con la Novac e la PINPOINT modenesi.
Nel settore dell’Intelligenza artificiale operano – sempre tra le startup scelte da Intesa Sanpaolo per il progetto di sviluppo nella Silicon Valley – la Joule padovana e la Keplera palermitana; e mentre nell’healthcare troviamo la Novalimb di Roma e la M2TEST di Trieste, nel folto gruppo dedicato all’IOT figurano CityZ, Monitor the Planet ed Oraigo distribuite tra Torino, Faenza e Padova.
Barrese: “Con il progetto di Intesa Sanpaolo le startup italiane si lanciano sui mercati internazionali”
La Silicon Valley secondo Stafano Barrese – responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo – rappresenta un terreno “unico di confronto e sviluppo per le startup italiane” che garantisce loro la possibilità di confrontarsi con realtà estere ed espandersi “verso nuovi mercati“; mentre riguardo al progetto che ha guidato l’ha descritto come un modo per fornire alle 12 aziende “gli strumenti necessari per affermarsi su scala internazionale” generando valore anche sul nostro territorio.
Della stessa linea anche il direttore del Centro innovazione di Innovit Alberto Acito che si è detto “entusiasta” di collaborare per la prima volta con Intesa Sanpaolo, peraltro in un importante progetto che offre “alle startup l’opportunità di confrontarsi con l’ecosistema imprenditoriale più avanzato del mondo“; mentre il Console generale Sergio Strozzi grazie al piano di sviluppo si possono “rafforzare i rapporti tra l’innovazione italiana e la Silicon Valley” diffondendo all’estero “un’immagine più moderna e reale dei talenti del nostro Paese“.