INTESA SANPAOLO APRE AL RIALZO DEI SALARI: “BANCHE FANNO TANTI UTILI”
Da Bankitalia alla BCE, il tema è sempre quello: austerity e tenuta dei conti, con avviso diretto dato pochi giorni fa dal Governatore uscente di Banca d’Italia Ignazio Visco ai sindacati («Mostrare responsabilità sulle richieste di aumento dei salari davanti all’inflazione»). Ebbene, le parole invece in controtendenza usate da Carlo Messina, AD di Intesa Sanpaolo, stanno sollevando un “polverone” per il guanto di sfida idealmente lanciato dalla banca tra le più redditizie d’Europa. Sul palco della Fabi – il maggiore sindacato della categoria bancaria – lo scorso lunedì il n.1 di Intesa ha aperto nettamente in favore dei sindacati che chiedevano il rinnovo del contratto di lavoro con rialzo del salario medio di 435 euro.
«La banca non farà nessun tipo di approccio negoziale sulle richieste economiche dei sindacati», ha detto Messina intervenendo al Congresso della Fabi, aggiungendo «in un momento in cui la redditività delle banche torna a crescere è inaccettabile non concedere aumenti consistenti ai lavoratori in banca». Per questo motivo, Intesa Sanpaolo accetterà la richiesta economica fatta dai sindacati nella piattaforma per il rinnovo del contratto di lavoro: «Con un utile netto di 7 miliardi, non ho il coraggio a guardare in faccia le persone e dire che mi metto a negoziare su questo aspetto». Non solo, conclude l’AD Messina, viste le attuali condizioni difficili, «400 euro fanno la differenza per un dipendente bancario», ricordando poi tutto l’iter passato da lui stesso da semplice impiegato a dirigente e ora amministratore delegato.
ABI SPIAZZATA, UNICREDIT FRENA: COSA È SUCCESSO DOPO L’INTERVENTO DI MESSINA (INTESA SANPAOLO)
Le dichiarazioni nette di Messina sui salari dei bancari hanno subito avuto l’effetto “terremoto” tra Bankitalia e e in generale nel mondo bancario, a cominciare dalla stessa Abi (Associazione Bancaria Italiana) rimasta spiazzata davanti al n.1 di Intesa Sanpaolo: «ci sono in corso le assemblee dei lavoratori in tutte le banche per votare la piattaforma rivendicativa dei sindacati sul rinnovo del contratto e fino a quando non si concludono non mi esprimerò», commenta a caldo il presidente Antonio Patuelli. Ancora più “spigoloso” il commento di Ilaria Dalla Riva, capo delle risorse umane di Unicredit-Italia ma soprattutto presidente del Casl dell’Abi: «Messina ha parlato per la sua azienda. Il mio ruolo è diverso, bisogna fare sintesi tra banche tutte diverse tra loro. Sarà interessante fare questo percorso con i sindacati di categoria».
A stretto giro è il leader della Fabi Lando Sileoni a ribattere «Quello che ha detto il ceo di Intesa sulla parte economica conta, non ve lo potete rimangiare. È chiaro che parla per la sua azienda, ma non si può nascondere il peso che ha la sua banca nel sistema. Voi state preparando il terreno per non darci più soldi. Una parte delle banche vuole darci più soldi e una parte è per dire che 435 euro sono troppi». La posizione di Intesa Sanpaolo ha fatto muovere anche il ceo di Unicredit Andrea Orcel, anche lui spiazzato dalla fuga in avanti di Carlo Messina sul tema salari: «Le richieste dei sindacati per gli aumenti salariali nel rinnovo del contratto dei bancari vanno gestite dal comitato affari sindacali dell’Abi (Casl, ndr) e non è corretto anticipare delle decisioni». Lo ha detto l’AD di Unicredit intervenendo oggi al congresso della Fabi a Roma: «come gruppo Unicredit, abbiamo dimostrato dal 2021 che siamo la banca in Italia che paga meglio, ha aumentato i premi di produttività e i bonus», prova a “difendersi” Orcel in risposta indiretta alla scelta di Messina. Ancora il ceo della banca romana rilancia «abbiamo speso più di 100 milioni di euro per dare un bonus inflazione ai colleghi delle fasce più basse. […] Non c’è una differenza di vedute sulle persone della banca. Devono essere riconosciute per quello che fanno ed essere remunerate correttamente. Sul principio e sulla sostanza non c’è un dibattito, su come arrivarci sì».