Chi è intollerante al lattosio spesso e volentieri rischia di privarsi di alimenti per “sentito dire” o seguendo falsi miti. Gambero Rosso, a riguardo, ha pubblicato una sorta di guida che può essere molto utile per cercare di fare chiarezza sulla questione, a cominciare dalla carenza di calcio: eliminando il latte non si verifica alcuna carenza anche perchè il calcio si trova ad esempio nelle crucifere, nel sesamo, nelle mandorle, nel salmone e nella soia e i suoi derivati.



Chi è intollerante al lattosio può anche mangiare i formaggi. Ci sono infatti diversi formaggi che sono senza lattosio per via del particolare processo produttivo come ad esempio la stagionatura, che può ridurre di molto il contenuto dello stesso arrivando fino allo 0,01 per cento. Secondo quanto riferisce Il Ministero della Salute l’indicazione «senza lattosio» può essere utilizzata qualora il residuo di lattosio sia al di sotto dello 0,1 grammi per 100 grammi, e a riguardo si segnalano l’Asiago Dop, il Gorgonzola, il Parmigiano Reggiano, il Pecorino Romano o l’Emmentaler.



INTOLLERANZA AL LATTOSIO: LA CREDENZA ERRATA SUL LATE DI CAPRA

Un’altra credenza popolare errata è che il latte di capra non contenga lattosio quando in realtà contiene la stessa quantità di lattosio del latte vaccino, circa 4,2/4,3 grammi di lattosio ogni 100 grammi di latte per quanto riguarda quello di capra (per la mucca è di 5 grammi). Anche la mozzarella di bufala contiene lattosio; il contenuto è molto basso ma non è del tutto priva visto che siamo attorno allo 0,4 per cento ogni 100 grammi di prodotto finito, dati riportati dal Consorzio di tutela mozzarella di bufala campana Dop.



Attenzione anche ad un’altra “leggenda metropolitana” ovvero che chi non è intollerante al lattosio può ottenere benefici se si assumono prodotti senza lattosio, ma in realtà non esiste alcun beneficio. Per capire se si è effettivamente intolleranti al lattosio, bisogna effettuare il Breath Test ovvero il test del respiro: si raccolgono i campioni di aria del paziente prima e dopo l’ingestione del lattosio ad un intervallo regolare per una durata totale di quattro ore.

INTOLLERANZA AL LATTOSIO: LA POSSIBILE SCOMPARSA DELLA LATTASI E IL DIABETE

Qualora vi fosse della lattasi, nell’intestino si verificano processi di fermentazione e produzione di gas, che vengono appunto rilevati attraverso il test. In ogni caso, qualora emergesse una intolleranza, serve un controllo medico più approfondito. Generalmente l’intolleranza al lattosio dura per tutta la vita, e ci si può convivere in maniera tranquilla. Esistono dei casi in cui la lattasi si verifica a seguito di una malattia, come ad esempio una gastroenterite, o magari con un intervento, e in quei casi l’intolleranza, come specifica Gambero Rosso, risulta comunque transitoria.

Da segnalare infine, secondo uno studi pubblicato su Nature Metabolism, che anche chi è intollerante al lattosio potrebbe consumare un po’ di latte e dei latticini, in quantità molto piccole, in quanto possono modificare la flora batterica intestinale in senso positivo e ridurre quindi il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2.